Soluzioni basate sulla natura per gli Ecosistemi Urbani

Le città non sono state progettate con una visione umano-centrica in mente; la loro progettazione si basa su interessi economici, secondo i quali edifici, circolazione del traffico, compagnie ed industrie appartengono ad un livello gerarchico superiore. Cosa sono le soluzioni basate sulla natura e cosa possono fare per rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici?

Di Emiliano Campisi | YPA Italy

Traduzione: Silvia Bellavite

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È stato stimato che entro il 2050 il 70/75% della popolazione mondiale vivrà nelle città e un buon 80% del PIL globale proverrà dalle zone urbane. Cosa significa questo? Maggiore consumo energetico, impiego massiccio di risorse, alta densità demografica e, di conseguenza, maggiori emissioni di gas a effetto serra. Se aggiungiamo a questa previsione i cambiamenti climatici già messi in conto, ne emerge uno scenario chiaramente problematico.

Il 2007 è stato un anno di importanza storica: per la prima volta, la maggior parte della popolazione terrestre viveva nelle città piuttosto che in centri minori o in zone rurali. Sin dall’avvento della rivoluzione industriale, la percentuale di persone che si trasferivano da aree rurali a urbane ha continuato a crescere in maniera costante. La speranza di ottenere condizioni di vita migliori ha incoraggiato milioni di lavoratori ad abbandonare la campagna e cercare fortuna nelle città, così piene di posti di lavoro ed altre opportunità. Al giorno d’oggi, in seguito a questa crescita continua, nelle città dei paesi maggiormente sviluppati si può osservare un processo in controtendenza di spopolamento, dovuto soprattutto al desiderio nascente di trovarsi in migliori condizioni di abitabilità.

Le città non sono state progettate con un approccio umano-centrico, in generale: la loro progettazione si basava su interessi economici secondo i quali edifici, circolazione del traffico, compagnie ed industrie appartenevano ad un livello gerarchico superiore.

Tuttavia, chiunque abbia viaggiato un poco, per turismo o per vivere in altre città, ha vissuto almeno una volta la sensazione di ritrovarsi immerso in un ambiente umano-centrico: grandi e frequenti aree verdi e strisce pedonali, mobilità integrata, servizi pubblici efficienti e nessuno stress. Qual’è il ruolo della natura qui? E soprattutto, cosa sono le soluzioni basate sulla natura e cosa possono fare per aiutare le città nella loro transizione verso l’essere città resilienti al cambiamento climatico e più abitabili?

La Commissione Europea ha sentenziato che le soluzioni basate sulla natura, o nature-based solutions (NBSs), sono “ispirate alla natura e da essa supportate, sono efficienti in termini di costi ed offrono benefici ambientali, sociali ed economici oltre che contribuire allo sviluppo di resilienza. Tali soluzioni portano nelle città, nei paesaggi marittimi ed in quelli terrestri, la natura ed elementi e processi naturali in misura maggiore e di carattere maggiormente diversificato, attraverso interventi sistemici, adattati a misura delle realtà locali ed efficienti nel loro uso delle risorse”.

Quando implementate nelle città, le NBSs aiutano a mitigare i cambiamenti climatici e promuovono l’adattamento. Sono utili per contrastare la perdita della biodiversità, funzionano come riserve di carbonio sottraendo diossido di carbonio, contribuiscono a moderare l’impatto delle alte temperature, diminuiscono l’inquinamento, assorbono l’acqua piovana, creano posti di lavoro, possono essere usate come spazi pubblici e per usi didattici, e possono offrire anche molti altri benefici.

Intanto che la temperatura media terrestre aumenta, vivere in diverse città del mondo sarà sempre più difficile, per via del maggior caldo e per colpa di vere e proprie isole urbane di calore, o urban heat islands (UHIs). Queste ultime sono causate dalla concentrazione di persone e di attività umane in spazi relativamente ristretti. Il riscaldamento o la climatizzazione dei nostri edifici implica un grande consumo d’energia e rilascia calore, che influenza gli spazi circostanti. Le congestioni di traffico, le strade cementate, i materiali artificiali di cui sono fatti gli edifici, tutto questo fa sì che le città siano più calde rispetto alle zone ad esse circostanti.

In questo scenario, le NBSs possono aiutarci a raffreddare le città attraverso l’impiego di diverse soluzioni. Cittadini, architetti, designers, ingegneri e politici hanno lavorato assieme per ridurre l’impatto umano sulle aree urbane, integrando la natura nel processo di progettazione di edifici e città. La soluzione principale e più facilmente realizzabile è quella di piantare alberi del giusto tipo nei posti giusti: le loro foglie, infatti, filtrano parzialmente la luce diretta dei raggi solari, riducendo il surriscaldamento delle strade. L’uso di tetti verdi, che sono tetti di edifici ricoperti di piante. possono anch’essi contribuire a raffreddare le città, e usare materiali di colori chiari per gli edifici ha un simile effetto, perché i colori chiari riflettono la luce del sole in misura maggiore, intrappolando meno calore sotto la calotta urbana.

Uno studio della IAU Ile-de France, citato durante l’evento “La Natura per il Clima e La Biodiversità delle Città: imprenditorialità, co-creazione e partecipazione” (Nature for Climate & Biodiversity in Cities: entrepreneurship, co-creation and engagement), mostra come implementando le NBSs si possa ridurre la temperatura in aree del centro città per totale di 2°C in media. Ma la parte più interessante è che nel fare ciò si verifichi una riduzione di fabbisogno energetico pari al 20%, cosa che porta ad un taglio significativo delle emissioni di gas a effetto serra.È certamente vero che le NBSs debbano essere studiate caso per caso, dal momento che ogni città è dotata di una struttura propria differente dalle altre ed è contraddistinta da bisogni specifici, ma, d’altra parte, il loro potenziale nel contribuire a mitigare il cambiamento climatico nelle zone urbane e promuovere un adattamento delle città ad esso è chiaro come il sole.