Le montagne a Sharm El-Sheikh
Potrebbe sembrare un paradosso ma a Sharm El-Sheikh, una delle più famose mete mondiali per lo snorkeling, si parla anche di montagne.
Di Emanuele Rippa
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È successo ieri, in una delle salette dell’enorme complesso fieristico di Sharm El-Sheikh che sta ospitando la COP27, si è parlato anche di montagne. E non di montagne in generale, si è parlato tanto delle Alpi, i ragazzi e le ragazze di The Climate Route sulle rive del Mar Rosso hanno portato anche la Marmolada. È successo tutto nel Padiglione della Criosfera, dove sono stati presentati due eventi molto interessanti per chiunque sia interessato a capire il futuro delle zone montuose.
Il primo, dal titolo Mountains Connect: Partnership Across Mountain Communities, si è concentrato sulla collaborazione tra gruppi di esperti e policy maker appartenenti principalmente alle Alpi, alle Ande e alla regione Hindu Kush-Himalaya. Alla conferenza si è parlato dei problemi di adattamento comuni a tutte le comunità montuose e che è necessario prepararsi ad affrontare, tra i quali lo scioglimento dei ghiacciai e del permafrost, la caduta di rocce o le frane. Per fare questo è stata più volte sottolineata la necessità di condividere tra le varie regioni le lezioni imparate, per evitare che errori comuni si ripetano e tentare invece di replicare gli esperimenti riusciti. A questo riguardo si è parlato molto della Convenzione delle Alpi del 1991, come di un esempio da seguire per facilitare la collaborazione tra le diverse regioni che si affacciano sulla stessa catena montuosa.
I rappresentanti delle tre regioni montuose prese in considerazione hanno più volte concordato sulla necessità di collaborare tra di loro e si trovano in accordo sull’attuare una strategia sequenziale divisa in tre punti, che include in questo ordine: scienza, policies e implementazione.
La regione Alpina, Andina e dell’Hindu Kush-Himalaya stanno però riscontrando problemi differenti riguardo a questo intuitivo piano di tre punti. Se sulle Alpi il problema resta all’ultimo passaggio, quello dell’implementazione, nelle regioni Andine invece il problema che sta maggiormente ostacolando il processo è quello di riuscire a creare delle policies che possano essere accettate da tutti, senza impatti negativi sulle comunità indigene o sulle donne. I problemi più grossi infine sono quelli della regione dell’Hindu Kush-Himalaya, dove oltre alla difficile situazione geopolitica, la cooperazione fatica a partire anche per una mancanza di consenso comune su alcune conoscenze scientifiche, ad esempio quelle geografiche.
La soluzione migliore resta quindi cooperare, tra regioni che condividono la stessa catena montuosa, ma anche tra regioni appartenenti alle diverse catene montuose del mondo, per continuare a condividere conoscenze e a imparare gli uni dagli altri.
Il secondo evento, con i partecipanti di The Climate Route, dal titolo “Witnesses of a Melting Glacier”, è stato invece incentrato sul progetto del gruppo che a fine giugno 2022 è partito dal ghiacciaio della Marmolada per arrivare in Georgia. Un viaggio lunghissimo durante il quale i ragazzi e le ragazze hanno incontrato e documentato le storie di persone che stanno lottando contro la crisi climatica, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del pubblico riguardo a questi temi.
Durante l’evento è stato dedicato uno spazio al racconto di Sara Pasqualini, che il 3 luglio di quest’estate si trovava proprio lì, dove 300’000 metri cubi di ghiaccio e detriti si sono staccati dal ghiacciaio della Marmolada causando 11 vittime. A questo riguardo è stata sottolineata l’importanza della testimonianza di persone come Sara, che hanno vissuto sulla loro pelle gli impatti del cambiamento climatico nella maniera più tragica.
Le regioni montane si stanno scaldando più velocemente di altre zone del pianeta, le Alpi sono già andate incontro ad oggi ad un riscaldamento di 2°C rispetto all’era preindustriale. È fondamentale pensare in fretta a come affrontare le sfide che questi eventi stanno ponendo e porranno alle comunità montane e cooperare per attuare le migliori strategie di adattamento possibili senza lasciare indietro nessuno.
É fondamentale quindi parlare di montagne anche a Sharm El Sheikh.