Al via il progetto Circolo Climatico
Il progetto Circolo Climatico è partito mercoledì 11 maggio al MUSE. Sono 17 i partecipanti, che nel primo incontro hanno avuto l’occasione di dialogare con esperti di cambiamento climatico e confrontarsi sulle proprie aspettative sul progetto.
di Redazione
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Cambiamento climatico, a che punto siamo? E soprattutto come ci sentiamo quando sentiamo parlare dei mutamenti che sconvolgono la Terra?
Il progetto Circolo Climatico è cominciato mercoledì 11 maggio negli spazi del Muse di Trento. I partecipanti sono un gruppo di giovani tra i 16 e i 35 anni. Età diverse ma la stessa preoccupazione: quella per il futuro del nostro pianeta. Non c’è solo la preoccupazione che emerge però: c’è anche la voglia di impegnarsi, di fare qualcosa e di incidere per invertire la rotta o, quantomeno, per non peggiorare la situazione.
Tra i partecipanti a Circolo Climatico ci sono studenti, studentesse, lavoratori e lavoratrici, tra cui un gruppo di mamme preoccupate non solo per se stesse ma anche per il futuro dei propri bambini.
Dopo una presentazione, i partecipanti si sono dati delle regole, un “Mettiamoci d’accordo” che varrà anche per i prossimi incontri. Oltre alla puntualità, ci sono anche il desiderio-regola di non criticare gli altri, trovare un punto di incontro, mantenere la privacy su ciò che viene detto di più “personale” nel corso degli incontri, alzare sempre la mano prima di parlare e avere sempre in mano il globo quando si prende parola.
Da lì è partito un giro per il Muse, in particolare alla sua Galleria della Sostenibilità. I partecipanti hanno ascoltato gli esperti Roberto Barbiero e Lavinia Laiti di Appa (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente), che hanno parlato rispettivamente delle cause e delle conseguenze del cambiamento climatico.
Christian Casarotto, glaciologo del Muse, ha parlato invece dell’impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai, con nevicate che, a causa dell’innalzamento delle temperature, sono via via sempre più ad alta quota.
Prima di chiudere i giovani hanno visitato la serra tropicale del Muse, uno spazio che apre una finestra sulla biodiversità delle foreste pluviali montane dei Monti Udzungwa, in Tanzania, accompagnati dalla mediatrice culturale del Muse Lucilla Galatà.
Quali sono le aspettative emerse per il progetto? I partecipanti le hanno riassunte con queste parole: prudenza; ridurre la propria impronta; idee; modelli alternativi di organizzazione della società; condividere; imparare; speranza; dialogo; scambio; energia; strategie; partecipare; dritte; trovare consigli; museo attivo; sinergie; condividere le preoccupazioni; influenzare gli altri; trovare degli strumenti per gestire l’ansia; esperimento; conoscere altre persone; suggerimenti; intuizioni; affrontare l’argomento dal punto di vista psicologico; ricarica; nuove soluzioni per la vita quotidiana per vivere in modo sostenibile.
IL PROGETTO
Il progetto “Circolo climatico” nasce a seguito di un confronto portato avanti dall’associazione Viração&Jangada con i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato ad alcuni suoi progetti. È promosso e co-finanziato dal Piano Giovani di Zona Trento Arcimaga e in collaborazione con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), Museo delle Scienze di Trento (MUSE), l’Ecosportello Fa’ la cosa giusta! Trento, Extinction Rebellion e Fridays for Future.
Si chiama “Circolo climatico” perché l’idea di fondo è che parlare dei pensieri e delle emozioni in gruppo aiuti a migliorare il livello di benessere mentale e aumenti la motivazione a modificare le proprie abitudini verso uno stile di vita più sostenibile.
La prima fase si articolerà quindi in tre incontri da due ore ciascuno con un esperto in cambiamento climatico, un’esperta di economia solidale e una psicologa, figura chiave dell’intero progetto, poiché lo scopo di “Circolo climatico” è proprio quello di offrire uno spazio di condivisione, ascolto e mutuo supporto sul tema dell’ansia climatica e del suo impatto sulla vita di tutti i giorni e sulle aspettative future, sul modello dei gruppi di auto mutuo aiuto.
In una seconda fase, a giugno, dopo aver acquisito informazioni e tecniche psicologiche, i giovani cercheranno di porsi delle sfide per cambiare le proprie abitudini e i propri stili di vita. Ne parleranno assieme, facilitati da una tutor che li accompagnerà per tutta la durata del progetto, nel corso di due incontri in cui avranno la possibilità di conoscere anche gli attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future. Questi incontri si svolgeranno a distanza di alcune settimane dalla prima fase del progetto, in modo tale da permettere ai partecipanti di elaborare delle sfide e cominciare a perseguirle, per diventare via via sempre più “sostenibili” nelle proprie scelte e nei propri stili di vita.