Generazione Europa – ricordare per fare (meglio), una riflessione storica
di Enrico Chiogna, Rosa Maria Currò, Gaetano Sciarotta , articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile
Per comprendere l’importanza delle istituzioni nelle nostre vite è fondamentale aprire lo sconfinato libro del nostro passato e ricercare le loro origini. Per questo, dopo aver trattato nel precedente articolo della dimensione generazionale del fenomeno europeo, ci cimenteremo questa volta in una breve riflessione storica sugli eventi e sulle necessità che hanno portato alla nascita dell’Unione Europea.
L’integrazione europea, movimento sociale e culturale prima ancora che politico-istituzionale, non può essere identificata, nella linea del tempo, da una data precisa. Si tratta di un processo. Un percorso che affonda le proprie radici nei pensatori del mondo greco-romano, che si sviluppa e si consolida nel corso dell’Evo Antico, Medio e Moderno e che prende forma come progetto politico solo all’inizio del ’900. Vogliamo qui concentrarci sul “progetto Europa” come soggetto politico, giuridico e istituzionale e ricostruirne il percorso.
DA DOVE SORGE IL BISOGNO DI UNIRSI?
Punto di partenza del nostro piccolo excursus storico sarà quello che è il più grande dramma della storia umana, la Seconda guerra mondiale.
30.000.000 di morti civili.
24.000.000 di morti militari.
64.000.000 di profughi.
Un autentico trauma continentale.
Ma è proprio nei momenti più bui che l’uomo ha la capacità di sovvenire a idee rivoluzionarie e geniali. Fu proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1941, che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, antifascisti al confino, diedero alle stampe Il Manifesto di Ventotène, avente titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto. Questo testo getta le basi di una visione europeista, sovranazionale e federalista ed è ancora considerato una pietra miliare ideologica e culturale.
Dopo la Seconda guerra mondiale la visione di Spinelli non è più vista come un’utopia irrealizzabile. Si palesa in tutti i principali paesi dell’Europa occidentale la necessità di un’unione sovranazionale che possa nel futuro limitare la conflittualità nel continente.
Da qualcosa bisognava pure partire, fu così che nel 1952 si arrivò alla creazione del trattato CECA che, integrando la produzione di carbone e acciaio di Italia, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, puntava all’integrazione economica dei Paesi come principale disincentivo agli scontri. Il trattato venne presto superato nel ’57 con la nascita della Comunità Economica Europea, la quale viene a sua volta resa obsoleta nel 1992 dalla nascita dell’Unione Europea.
E POI?
Non vogliamo rendere questo articolo un semplice saggio di storia (i dettagli si possono facilmente trovare sul sito dell’Unione Europea), il nostro articolo vuole piuttosto porre l’accento su una constatazione molto semplice: L’Europa unita sorge da una necessità fondamentale. La necessità di pace. Una pace duramente conquistata e che si rivela tuttora troppo fragile e instabile. Nonostante sia facile dare per scontato la nostra vicinanza con gli altri stati europei, la nostra possibilità di muoverci e sentirci accolti in ognuno di essi e, in ultimo ma non meno importante, il fatto di non rischiare attacchi da parte loro, tutto ciò non è qualcosa che è sempre esistito. C’è voluto tempo, ci sono voluti sacrifici. Per questo dobbiamo valorizzare e proteggere tutto ciò che, fortunatamente, abbiamo avuto in dono quando siamo venuti al mondo.
Ricordare ciò che è stato, quindi, per provare a fare. Invece di rinunciare e mandare tutto all’aria, ricordare e fare ancora meglio.