Per Sylvie Bukhari de Pontual, la felicità è una questione di condivisione

Sylvie Bukhari de Pontual è la prima donna a diventare presidente del Comité catholique contre la Faim et pour le Développement (CCFD)-Terre Solidaire, un’organizzazione francese con un network di 15.000 volontari che si occupano di sensibilizzare la coscienza pubblica alla solidarietà internazionale. Grazie alla sua attività di avvocato, lavora per costruire un mondo più giusto. Insieme a numerose organizzazioni, tra cui Grenoble Alpes Metropole e l’associazione Viração&Jangada, CCFD-Terre Solidaire ha collaborato all’organizzazione del Forum Internazionale per il Benessere, tenutosi nel giugno del 2018 a Grenoble, in Francia.

Benessere, che cosa significa per lei, personalmente?
Per me il benessere è la felicità, ovvero quella forza che unisce la collettività come gruppo. Credo che sia meglio stare con i nostri simili che restare soli.

Che cosa pensa di questo evento [il Forum Internazionale per il Benessere] che per la prima volta si tiene  a Grenoble?
Penso che sia straordinario. Prima di tutto è un progetto a lungo termine. Noi organizzatori sappiamo quanto sia importante cambiare il mondo. E sappiamo bene che possiamo cambiarlo solo se viviamo e lavoriamo insieme. Grazie al sostegno di diverse associazioni abbiamo potuto condividere la nostra visione, le nostre esperienze di vita ed organizzare un forum per divulgarle alla società. Ripensando a tutto il processo organizzativo del Forum, ho notato che tutti gli organizzatori hanno i loro punti di forza e di debolezza. Lavorando insieme, ci compensiamo: creiamo un gruppo ben equilibrato e affiatato. Inoltre, lavoriamo con felicità, siamo felici e amiamo rendere felici quelli che ci stanno intorno. Secondo me, è proprio questo il modo giusto per trasformare il mondo. Se dimostri agli altri di essere felice, li puoi rendere felici. Questo può cambiare il mondo. È davvero importante condividere la propria gioia e la propria vitalità.
Pensa che la CCFD-Terre Solidaire continuerà ad occuparsi di benessere nei prossimi cinque anni? Come evolverà questo rapporto?
Io credo fermamente che CCFD-Terre solidaire continuerà ad occuparsi di benessere. Se consideriamo la sua storia, il progetto è iniziato grazie ad una sola persona, un partner della CCFD. Quando venne per la prima volta da noi, quando questo partner si rivolse a tutta la CCFD e ci propose di lavorare su tutti gli aspetti degli indicatori economici, abbiamo pensato che l’idea fosse coerente con il nostro lavoro – la promozione e realizzazione dello sviluppo sociale e la lotta contro la fame. Così accettammo quella proposta. Eravamo solo una manciata di persone. Poi, abbiamo iniziato a guardarci intorno per vedere se ci fossero altri interessati all’argomento, altri da coinvolgere nella nostra missione. E sì, c’erano! Siamo andati nelle grandi città e nelle università per spiegare il progetto e chiedere collaborazione. Passo dopo passo, è partito tutto. E oggi ci troviamo in un forum internazionale con migliaia di persone. Penso e sono sicura che in futuro riusciremo a coinvolgere due, tre, quattro migliaia di persone. Se tutti facessero la stessa cosa ovunque, direi che potremmo costruire un nuovo mondo nel giro di 50 o 60 anni. Possiamo crederci.
Come pensa di aiutare le persone a capire il significato del benessere nel futuro?
Al giorno d’oggi, con tutte le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione di massa, le informazioni si diffondono molto velocemente: la comprensione di cui lei parla potrebbe realizzarsi anche più in fretta di quel che pensiamo. Ma piuttosto che accelerare il fenomeno usando i social media che moltiplicano e velocizzano l’informazione in modo esponenziale, sono convinta che quel che più ci serve sia il tempo di cambiare il mondo dalle sue fondamenta, nel rispetto delle sue regole. I meccanismi di funzionamento della società umana cambiano lentamente. Guardiamo alla natura e consideriamo l’erba: l’erba cresce giorno dopo giorno, lentamente… E come l’erba, anche noi evolviamo con calma. Come elementi della natura, abbiamo bisogno di tempo per trasformarci.
Lei ha un progetto o sta già lavorando per diffondere quest’idea nella società francese?Uno dei punti di forza della di CCFD è connettere le persone. Non vediamo l’ora di unire le persone, di vivere insieme, di fare insieme, lavorare insieme. Qui in Francia, sia a livello locale che nazionale, CCFD lavora da ormai 60 anni. Siamo riusciti a connetterci con numerosi partner internazionali. Crediamo che la cosa più importante sia creare una rete di condivisione non tanto fra persone che si trovano nella nostra stessa situazione, quanto piuttosto fra individui che siano distanti, che vivano in circostanze diverse.