Roma 16-09-2014. Camera-Aula . Informativa urgente del premier Renzi sul programma dei mille giorni. Nella foto Aula durante la seduta

Italia, la “fannullona” dell’Europa

La politica italiana è spesso confusionaria per gli italiani stessi, ma è ancora peggio per tutti gli internazionali che vogliono informarsi sulla situazione politica. Inoltre la visione che gli altri stati europei hanno dell’Italia non aiuta la reperibilità delle informazioni. Attraverso delle risposte ad un questionario, nel seguente articolo cerco di commentare i luoghi comuni e spiegare le difficoltà che le persone incontrano.

di Beatrice Manicone, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile

Immaginiamo di essere in un’aula scolastica; ogni alunno rappresenta un paese europeo: ci sono i Paesi Bassi con abiti curati e un mazzo di tulipani in mano, c’è il Regno Unito che sta in disparte rispetto a tutti gli altri e la Germania da cui tutti prendono esempio. E poi c’è l’Italia, seduta comodamente, con i piedi sul banco, il materiale in disordine, lo zaino mezzo vuoto e l’aria da ribelle. Tutti provano ad aiutarla ma nessuno la capisce.

Questa è l’immagine che molte persone che vivono all’estero hanno del nostro Paese: l’Italia è spesso vista come la ‘combinaguai e fannullona’ dell’Europa. Se ci pensiamo, insieme alla Grecia, siamo stati uno degli Stati europei più colpiti dalla crisi del 2008 e le gravi ripercussioni economiche dovute alla pandemia di certo non migliorano la nostra posizione nella scena europea. In più, l’instabilità politica che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi decenni ha fatto in modo che quella poca credibilità che avevamo sia svanita.

Proprio negli ultimi mesi abbiamo avuto prova della mancanza di solidità nelle istituzioni italiane; basti pensare a gennaio 2022 quando Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica perché i partiti non sono stati in grado di presentare un altro nome che ricevesse la maggioranza dei voti. Oppure alla crisi di governo che ha avuto luogo questo luglio, che ha portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi e a elezioni anticipate.

‘L’Italia sbanda verso una crisi a causa delle dimissioni del Presidente del Consiglio’. Questo è il titolo del primo articolo della BBC news sulla crisi di governo. La scelta del verbo sbandare suggerisce un’instabilità che non permette al Paese di continuare ad andare avanti e riflette bene l’opinione che le persone che vivono all’estero hanno del nostro paese. In realtà, per molte persone – soprattutto per chi non vive in Italia – la politica del nostro Paese è qualcosa di estremamente confusionario e difficile da seguire.

Per esempio, se si chiede quale sia la prima immagine che viene in mente quando si parla di politica italiana, c’è un generale accordo sui sinonimi di confusione (caos, disorganizzazione, instabilità, catastrofe), ma anche sul fatto che il paese sia governato da una linea politica tendenzialmente conservatrice e di destra. Razzismo, populismo, intolleranza e neofascismo sono le parole chiave che degli studenti di vari paesi d’Europa hanno usato quando interrogati sulla percezione della politica italiana. E come possiamo dargli torto? Nel Paese della pasta fresca all’uovo, del pane con sale e olio di oliva e della pizza margherita se fai parte di una minoranza parti già uno scalino indietro rispetto al resto della popolazione. Basti pensare alla reazione di alcuni partiti durante la votazione del DDL Zan in Senato: com’è possibile che sia normale in un paese affossare un disegno di legge contro la discriminazione e applaudire? Ma l’Italia è anche questo.

Nonostante la maggioranza della popolazione italiana non si senta rappresentata dalla scelta politica e per questo si astenga al momento del voto, i partiti politici conservatori e di destra stanno guadagnando supporto popolare e, secondo i sondaggi, avranno la maggioranza nelle prossime elezioni.

L’Italia è un paese estremamente complesso con molti problemi radicati nella struttura delle istituzioni e nella cultura popolare e forse è proprio per questo che spiegare la politica del nostro paese a delle persone internazionali è alquanto difficile. Il tutto non viene facilitato dall’immagine dipinta dai media esteri di un’Italia ‘nullafacente’ che ha sempre qualche problema, che sia di ragione economica, sociale o politica. Questo meccanismo porta alla formazione di stereotipi e false convinzioni che si diffondono e minano la reputazione del nostro paese sulla scena internazionale.

A far riflettere è stato come diversi studenti intervistati abbiano fatto il nome di Silvio Berlusconi. Alcuni lo associavano all’inizio di una corruzione sistematica delle istituzioni ma paradossalmente tutti ne conoscevano il nome. Nonostante ciò, non sarebbero stati in grado di aggiungere altre informazioni su questa figura. ‘Ogni tanto mio papà lo nomina ma non credo sia qualcuno di positivo’. Tra gli altri politici nominati troviamo Mario Draghi – conosciuto da molti per essere stato presidente della Banca Centrale Europea – Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Fortunatamente nella lista troviamo anche Sergio Mattarella, ma per molti non è molto chiaro quale sia il suo ruolo nel Paese e in che modo differisca da quello del premier.

Questo testimonia che all’estero non si sa quasi nulla della situazione recente dell’Italia, meno che meno quando si parla della crisi di governo del luglio scorso. Certamente, i telegiornali e le testate nazionali raccontavano il dramma delle dimissioni del Premier Draghi, ma in pochi descrivevano nel dettaglio gli avvenimenti e rendevano accessibili le informazioni a tutti. Era chiaro che le dimissioni avevano a che fare con il fatto che il Presidente del Consiglio non avesse più sostegno in Parlamento e che tutto ciò era causato dalle tensioni interne ai partiti e alle coalizioni. Nonostante ciò, veniva rimarcato il fatto che una crisi di questo genere in Italia potrà avere delle ripercussioni non indifferenti in Europa.

Eppure, quasi tutti concordano che la modalità con la quale viene descritta la politica estera (in questo specifico caso quella italiana) nei loro Paesi non gli permette di avere un’idea chiara sulle questioni internazionali. ‘A meno che non sia io quello che va a cercare le informazioni, quello che dicono i telegiornali è troppo complicato perché danno troppe cose per scontate’. Questo è quello che gli studenti internazionali percepiscono; ‘Ho scoperto della crisi di governo solo perché dei miei compagni italiani di corso condividevano dei post nelle loro storie di Instagram’. Ed ecco un’altra testimonianza che descrive chiaramente quanto siano inaccessibili le informazioni per le persone che non parlano italiano o che non hanno una conoscenza approfondita della cultura del nostro Paese.

In conclusione, la visione della politica italiana che hanno all’estero è spesso molto riduzionista e qualche volta ancorata a degli stereotipi diffusi; nonostante questo, alcune persone decidono comunque di andare oltre queste barriere, trovare un modo di informarsi e magari formulare una propria opinione. Qualcuno sostiene che una situazione politica come quella attuale non permetteva ad un personaggio come Draghi di rimanere al governo, nonostante fosse esattamente ciò che ci voleva per risollevare l’Italia; altri non sanno nemmeno quali siano i problemi nel nostro Paese perché se i telegiornali del mio Paese non ne parlano non deve essere grave. Infine, qualcun altro ancora sottolinea che la situazione italiana non deve essere così messa male come si pensa perché non ci sono stati colpi di stato, insurrezioni o guerre civili – il che fa sorridere, perché io non direi proprio che in Italia, quando si tratta di politica, possiamo starcene tranquilli e lasciar fare, anzi dobbiamo agire se vogliamo un cambiamento.