Le 3 T che aiutano il clima
L’associazione Clima3T si è presentata venerdì 23 settembre, in occasione del festival indipendente di cucina vegan “Plants for the future” che si è tenuto alla Bookique, organizzato in collaborazione con Uva & Menta e Black Sheep. Clima3T è composta da 8 studenti e studentesse dell’Università di Trento, a cui tre obiettivi (le 3 T) per ridurre la propria impronta climatica.
di Redazione
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A Trento è nata Clima3T, un’associazione studentesca che vuole trasformare l’Università di Trento in un esempio di transizione climatica istituzionale. Ne fanno parte Anna Castiglione, Elena Maines, Paolo Lanteri, Jacopo Deidda, Alessandra Accettola, Karina Gonzales Estañol, Elia Benzoni e Noemi Ambrosi, studenti e studentesse ma anche ricercatori e ricercatrici dell’ateneo trentino.
Clima 3T si è presentato alla cittadinanza venerdì 23 settembre, in occasione di “Plants for the Future”, il festival indipendente di cucina vegan che si è tenuto alla Bookique, organizzato in collaborazione con Uva & Menta e Black Sheep.
“Ci sono alcuni ambiti sui quali l’Università sta lavorando per ridurre la propria impronta climatica – ha spiegato Anna Castiglione, referente dell’associazione -, ma c’è ancora parecchio da fare se vogliamo ridurre le emissioni del 30% entro il 2030. Per questo servono 3T”.
Le tre T a cui fa riferimento l’associazione nel suo nome sono state spiegate venerdì alla Bookique. “La prima T è la trasparenza nel comunicare le emissioni e i piani per ridurle adottati dall’Università”, ha detto Castiglione. “La seconda T fa riferimento invece alla trasformazione necessaria a ridurre le emissioni, lavorando sulle fonti energetiche, sul cibo proposto in mensa e sui trasporti, mentre la terza e ultima T è trasmissione. “Vogliamo che l’Università comunichi la crisi climatica nelle aule, da tutti i punti di vista (non solo quello fisico/climatologico, ma anche quello economico, politico e umanistico), considerando che la maggior parte dei laureati esce dall’ateneo senza avere ben chiaro che cosa sia l’effetto serra”.
Perché Clima 3T ha scelto di concentrarsi proprio sull’Università di Trento? “Facciamo una richiesta legittima in quanto studenti che pagano le tasse – ha affermato Castiglione – e chiediamo che l’Università diventi un esempio di decarbonizzazione vera per le altre istituzioni. Da dove cominciare a cambiare le cose se non dal luogo in cui viviamo tutti i giorni?”.
I membri dell’associazione – che è aperta alle adesioni da parte di studenti, ricercatori, professori e staff dell’Università di Trento – si trovano ogni giovedì, dalle 17 alle 18.30 in modalità ibrida; la prossima assemblea si terrà questo giovedì 29 settembre alla School of Innovation di Sociologia, in via Tommaso Gar 16/2. Insieme si riflette sugli obiettivi da raggiungere e, dopo un’attenta ricerca, su come portarli a termine. In questi mesi è stato già redatto un report, “Asks to reduce the climate impact of the University of Trento”, che chiede all’Università di agire sulle 3T da cui prende il nome l’associazione: trasparenza, trasformazione e trasmissione.
“Pensate se riuscissimo ad avere sul responsabile dell’energia dell’Università di Trento lo stesso impatto che abbiamo sui nostri genitori – ha detto Castiglione -, che in alcuni casi dopo aver discusso con noi hanno scelto di prendere il treno e non l’aereo e di usare di meno la macchina, o addirittura di installare pannelli solari sul tetto di casa!”.
Venerdì 23 settembre Clima 3T ha coinvolto anche un gruppo di accademici e professionisti che si occupano di transizione climatica. Sono intervenuti Lavinia Laiti, ingegnera ambientale di APPA, Paolo Lanteri, neolaureato in Environmental Meteorology all’Università di Trento, Carlo Brentari, docente di Filosofia all’Università di Trento che tiene corsi di etica ambientale, Federica Stablum, dottoranda in Scienze cognitive che ha parlato di eco-ansia, Roberta Cuel, professoressa associata del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, Edoardo Meneghini, rappresentante degli studenti in Opera Universitaria, e Michele Granuzzo di Black Sheep.
Durante i due giorni del festtival indipendente di cucina vegana è stata esposta anche la mostra “Antropocene a fumetti” dell’artista trentina Sara Filippi Plotegher. Alla presentazione di Clima 3T è seguita un’attività di gruppo che ha coinvolto i partecipanti alla serata (studenti dell’Università di Trento) che, divisi in tre gruppi, hanno ragionato su nuove idee e proposte per ognuna delle 3 T (trasparenza, trasformazione e trasmissione).