Keep Clean and Run, l’eco-maratona arriva al Trento Film Festival

Tenere pulito l’ambiente e allo stesso tempo fare attività fisica è possibile, grazie alla maratona ecologica dell’evento “Keep Clean and Run”. Abbiamo avuto l’occasione di fare qualche domanda a Roberto Cavallo, l’ideatore del progetto che farà tappa al Trento Film Festival lunedì 1 maggio.

di Veronica Iandolo

Conoscete il Plogging? È l’attività di jogging, ovvero una corsa a ritmo moderato, coniugata alla raccolta di rifiuti abbandonati lungo i sentieri. Attività, quest’ultima, che in svedese si chiama “plocka upp”, ossia “raccogliere”, “ripulire”. Il plogging è nato appunto in Svezia, da un atleta di Stoccolma, Erik Ahlström, che nel 2016 decise di sfruttare l’allenamento fisico per fare bene a se stesso e all’ambiente, che è proprio lo scopo del plogging.

Noi di Agenzia di Stampa Giovanile abbiamo conosciuto Roberto Cavallo, eco runner e divulgatore scientifico ideatore di Keep Clean and Run, l’evento di plogging a tappe che ogni anno dal 2014 promuove l’attività fisica finalizzata alla sensibilizzazione sul tema dell’abbandono dei rifiuti, a cui si affianca un lavoro di ricerca nei territori e nei laghi che si incontrano lungo il percorso.

Roberto Cavallo

Nell’edizione 2023 di Keep Clean and Run, che si terrà tra il 29 aprile e il 5 maggio, Roberto Cavallo partirà dal ghiacciaio della Marmolada, passando tra Veneto, Trentino e Lombardia e raggiungendo i laghi del bergamasco. Un po’ di numeri dagli anni passati: il 2019 è stato l’anno più partecipato, 3000 persone hanno preso parte alla maratona durante i vari appuntamenti. Quest’anno, durante la sua 9^ edizione KCR attraverserà 38 comuni e 14 saranno i laghi oggetto della ricerca di campionamento in collaborazione con il Dipartimento Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano. Durante il suo percorso, l’ecomaratona il primo maggio passerà anche per Trento: al Giardino Piazza Venezia alle 16:45 sarà possibile unirsi alla corsa, parte delle eco-attività del programma del 71° Trento Film Festival. 

La corsa è organizzata dalla cooperativa Erica, di cui oggi Roberto Cavallo è amministratore delegato, nata nel 1996 per comunicare la questione dei rifiuti come fenomeno di inquinamento ambientale e paesaggistico. La divulgazione e la sensibilizzazione di questi temi sono ciò che hanno dato vita all’attività di clean up e alla ricerca scientifica che porta con sé. 

Keep Clean and Run, ci racconta Roberto, “è nata da un colpo di fulmine” e dalla consapevolezza che il 75% dei rifiuti presenti in mare, che contribuiscono al fenomeno delle isole di plastica, arrivano lontano dalle coste. Ciò ha delle ripercussioni inimmaginabili in vari settori, dall’ossigeno alla catena alimentare, dalla fauna ai virus e batteri che viaggiano tramite la plastica. KCR è un modo di raccontare tutto ciò. Roberto, come succede ai tre quarti dei rifiuti marini, corre dalla montagna al mare, ma con l’effetto inverso: invece che inquinare l’ambiente, lo ripulisce. Ciò che è ancora più sorprendente è che Roberto ci ha confessato che odia correre, però ha così tanto a cuore la sua idea che lo fa perché deve raccontarla a tutti i costi.

Chi sono i protagonisti di Keep Clean and Run? Amministrazioni locali, scuole e cittadini corrono assieme per fare ognuno la propria parte: il valore aggiunto di questa ecomaratona è il fatto che tiene conto delle specificità del territorio attraversato, di ogni sentiero e di ogni suo abitante. Questo tipo di attività fisica ed ecologica insegna, fin da piccoli, ad avere un sacchetto vuoto nel proprio zaino per imparare a tenere pulita la propria casa.

Infatti, KCR coinvolge anche le scuole: le nuove generazioni hanno una grande importanza per il futuro e, inoltre, la conoscenza riguardo le tematiche ambientali è stata approfondita solo negli ultimi decenni. Ma bisogna agire con tutta la popolazione che c’è oggi, quindi giovane sì, ma anche meno giovane.

Roberto ci spiega che secondo lui per cambiare le cose “bisogna capire il perché compiamo certe azioni per correggerle”: all’interno della questione dell’abbandono dei rifiuti perché ci comportiamo come se tutto ciò che c’è là fuori non fosse nostro?

Ma l’ecomaratona prosegue anche dopo il suo traguardo: durante la corsa vengono prelevati dei campioni per studiare le microplastiche presenti nei nostri laghi, un’attività coadiuvata dall’Università degli Studi di Milano, sotto la direzione del prof. Marco Parolini, a cui potranno prendere parte in prima persona anche i runner. Quindi, dopo la settimana della corsa, poi è la ricerca che continua il percorso lungo il sentiero della salvaguardia ambientale.