“Basta carbone, vogliamo politiche energetiche coerenti”
Decarbonizzazione e maggiore dialogo con la società civile. Alla Cop22 sindacati e associazioni ambientaliste italiane si sono confrontate con il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, chiedendo più trasparenza e più coerenza nel settore delle politiche energetiche nazionali. “Ad oggi non abbiamo né un piano per l’eliminazione delle fonti fossili, né per lo svilupponsostenibile – afferma Simona Fabiani della CGIL -, c’è un’incoerenza di fondo tra le dichiarazioni del nostro Paese e le azioni che invece vengono intraprese. Parliamo di politiche di adattamento ma di fatto nella legge di bilancio vengono stanziati solo 43 miliardi per lavorare in maniera congiunta sul dissesto idrogeologico, sulla prevenzione antisismica e su molti altri elementi. Una cifra assolutamente irrisoria per tutto quello che abbiamo da fare”. Anche A Sud, associazione ambientalista di Roma, fa sentire la propria voce, avanzando alcune preoccupazioni sulle scelte energetiche prese dal governo. Dai 30mila km quadrati destinati a nuove estrazioni di idrocarburi nell’Adriatico, agli 8 nuovi inceneritori previsti dallo Sblocca Italia, sono ancora molti i progetti italiani legati ad un modello energetico poco sostenibile. “Siamo convinti che la coerenza sia il primo dei requisiti per arrivare ad avere una possibilità di ridurre del 33% le emissioni entro il 2030 – dichiara Marica di Pierri, portavoce dell’associazione – non le sembra anacronistico, anche nell’ottica di varare a breve una strategia di decarbonizzazione, continuare a dare concessioni per trivellare nei nostri mari?” conclude Di Pierri rivolgendosi al Ministro. Senza rispondere puntualmente, Galletti ricorda invece che la strada intrapresa dopo Parigi è irreversibile, per via dell’opinione pubblica sensibile alle tematiche ambientali e per gli ormai riconosciuti vantaggi economici dell’economia circolare. “Il nostro Paese da massima disponibilità e impegno, poi però abbiamo 192 controparti con cui fare i conti”.