Dalla COP dell’Azione alla COP dell’Omissione

Due minuti. Un cronometro. E la minaccia di un probabile taglio al microfono quando si va oltre al tempo permesso. Cosa si può dire in due minuti che possa riassumere le ansie e le delusioni ma anche le speranze dei giovani presenti alla Conferenza ONU sul Clima di Marrakech? È toccato a Luizio Rocha, membro dell’associazione brasiliana Engajamundo e portavoce delle ONG e movimenti giovanili impegnati nella causa del Clima.
Luizio, 20 anni, è stato chiaro fin dai primi secondo al microfono: “che ne è stato della COP dell’azione? È tempo di affrontare la realtà: durante questa settimana abbiamo assistito a molte discussioni ma nessun progresso. L’accordo di Parigi rappresenta un importante passo avanti, ma di certo non è abbastanza. Gli obiettivi prefissati non sono sufficientemente audaci. Non facciamo di questa la COP dell’immobilismo”
Il giovane studente di Diritto all’Istituto Toledo de Ensino a Bauru, città a circa 300 km da São Paulo, ha parlato anche degli NDCs dei 197 Paesi che hanno firmato l’Accordo Globale sul Clima, “provocherà l’innalzamento del riscaldamento globale fino a 3°C entro il 2050”. Chiede ai negoziatori di “smettere di ignorare la voce dei giovani, di smettere di prendere decisioni a porte chiuse e lasciarci a parlare ad un’assemblea vuota”.
Tocca anche un tema molto discusso a Marrakech, soprattutto dai Paesi africani, quello delle finanze alle azioni di adattamento agli impatti negativi dei cambiamenti climatici: “mi rivolgo ai paesi sviluppati, non abbiamo bisogno di ulteriori promesse, bensì di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020”.
Le ONG e movimenti giovanili chiedono ai rappresentanti dei Paesi presenti alla COP22 di   implementare l’Accordo di Parigi tenendo conto: trasparenza, perdite e danni, diritti umani, genere, popolazioni locali, uguaglianza intergenerazionale, salute, e agricolture su piccola scala. “le conseguenze del cambiamento climatico non verranno risolte se non si tiene conto di tutto questo”.
Inoltre, chiedono un maggiore impegno per inserire azioni concrete nel campo dell’educazione ai cambiamenti climatici nelle politiche e impegni nazionali assunti da ciascuno dei finora 110 Paesi che hanno ratificato l’Accordo sul Clima.
Prima di finire il suo discorso con un “parla tu” ed essere applaudito, Luizio è enfatico e allo stesso tempo poetico: “(continueremo a ritenervi responsabili all’interno dei vostri confini). È la nostra vita. L’umanità non può sopravvivere senza la Terra, ma essa può sopravvivere senza di noi”.