COP21: Educazione parte della soluzione

La prima Conferenza delle Parti si tenuta a Berlino nel 1995 e da allora si è discusso tanto sui diversi modi di affrontare la sfida al riscaldamento globale e favorire uno sviluppo sostenibile.
Ma soltanto nell’ultima COP, quella tenutasi a Lima l’anno scorso, si deciso di includere tra i temi di discussione anche l’istruzione. Ma non istruzione in senso stretto, come stato finora inteso: piuttosto, un’ istruzione formale e informale sui temi ambientali e trasversale a tutte le materie oggetto di studio. Nella COP20 dell’anno scorso a Lima i Ministri e i capi delle delegazioni nazionali hanno approvato la Dichiarazione di Lima per l’istruzione e la consapevolezza, nella quale si chiede ai governi di includere il riscaldamento globale e la responsabilizzazione climatica nei curricula scolastici e nei piani di sviluppo nazionali.
Sempre di più i governi seguono questo orientamento e hanno deciso di inserire nelle politiche nazionali di sviluppo sostenibile strategie educative, metodi e obiettivi pensati ad hoc per raggiungere questo fine, includendo il riscaldamento del pianeta nelle policy e nei piani educativi: paesi come l’Uganda, la Repubblica Dominicana, il Pere il Marocco si sono già mossi concretamente in questa direzione.Per questa giornata, è stato creato un documento ad hoc, dal titolo “Manifesto per l’educazione alla cittadinanza globale”.
Il testo, in circa 80 pagine, indica perché una transizione totale non può essere raggiunta senza una costante azione di sensibilizzazione attraverso l’istruzione e che essa può essere praticata lavorando insieme, con la partecipazione di tutte le generazioni presenti durante la stesura del Manifesto ad uno dei tavoli rotondi della Climate Generation Area. Durante la mattina, Xuhtezcatl Martinez, un attivista di 15 anni di Earth Guardians, ha detto in uno dei suoi discorsi che è necessario modificare il modo in cui si insegna.
Durante la COP21, Najat Vallaud-Belkacem, Ministro francese per l’istruzione Primaria e Secondaria e per la Ricerca, insieme a Segolene Royal (Ministro per l’ecologia, lo Sviluppo Sostenibile e l’energia), Rachid Belmokhtar (Ministro marocchino per l’istruzione e l’apprendistato) e Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO, ha ospitato la conferenza “Buone pratiche nell’istruzione allo sviluppo sostenibile: come generare il cambiamento per educare alle sfide del riscaldamento globale”.
Alla fine della Conferenza, i giovani Jules (Francia), Frederikke e Boel (Danimarca) sono intervenuti per richiamare l’attenzione dei ministri dell’istruzione sull’importanza di una modifica al sistema educativo, non solo per lo sviluppo sostenibile ma anche come un modo per adattarsi alle nuove circostanze socio-economiche ed ambientali, sottolineando l段mportanza di includere il tema del cambiamento climatico nei programmi educativi. Questo giovane gruppo parte del Network dei Giovani Prendiamoci cura del pianeta un progetto coordinato dall’associazione francese Monde Pluriel.
Con questo progetto, i giovani di tutta Europa mettono in luce l’importanza della responsabilità congiunta verso i problemi ambientali.Verso la fine della giornata, si tenuto l’evento l’istruzione informale sul cambiamento climatico in cui si spiegava in che modo le nuove tecnologie, per esempio videogames, musica e social network possono servire per educare i giovani. È anche stata posta l’enfasi sull’importanza del ruolo dei giovani e dei ragazzi come parte della soluzione al riscaldamento globale. Durante i loro discorsi, Yoka Brandt (Alleanza UN) ha detto che le scuole hanno un ruolo davvero molto importante nel creare i futuri destinatari della terra e ha sottolineato il ruolo dei giovani per provocare un cambiamento.
Nick Nuttall (UNFCCC), ha aggiunto che l’istruzione la chiave della transizione allo sviluppo sostenibile e che necessario istruire i giovani ma anche rieducare gli adulti. Durante la conferenza stato mostrato un esempio di come creare consapevolezza attraverso una campagna chiamata “Siamo affamati di cambiamento climatico” che si rifa al gioco Angry Birds per dare un messaggio di sviluppo sostenibile.
Questa giornata ha dimostrato la necessità di uno sforzo per migliorare le strategie educative, i concetti e i contenuti scolastici al fine di adattarli a ciò che si vuole comunicare e ai nuovi scenari socio-economici e ambientali che dobbiamo affrontare.