Dietro alle danze: la Yaqona Vakaturaga

Cerimonia di apertura della Conferenza ONU sul Clima di Bonn. Un gruppo di uomini seduti in cerchio al centro della stanza. Non si muovono, sui loro volti un’espressione seria. Indossano gonne di paglia lunghe fino al ginocchio, collane di fiori e bracciali. Dietro a loro, un altro gruppo di uomini che portano camicie e pantaloni colorati iniziano a cantare. Di fronte a loro, sul palco principale, George Konrote (Presidente delle Fiji) e Barbara Hendricks (Ministra tedesca dell’Ambiente) li guardano e, non appena Konrote batte le mani tre volte, la danza rituale ha inizio. Gli uomini iniziano a cantare, battono le mani e si muovono mentre uno di loro, al centro, sembra lavare della paglia in una ciotola riempita d’acqua.
Improvvisamente, il coro e le danze si fermano. Uno degli uomini, vestito con un tipico abbigliamento delle Fiji, riempie mezza noce di cocco con l’acqua usata per lavare la paglia e la offre alla ministra Hendricks. Lei la beve, seguita immediatamente da Konrote. Il pubblico sembra sorpreso mentre gli uomini terminano il loro rito seduti, ballando e cantando. “A cosa abbiamo appena assistito?”, sembrano tutti a domandare, silenziosamente.
Quando il rituale finisce, e il discorso di apertura ricomincia, ci muoviamo per risolvere questo mistero. All’entrata, troviamo due dei danzatori circondati da una folla. Riusciamo a parlare a uno di loro, sembra felice quando ci avviciniamo, e alla nostra domanda: “Che cerimonia è quella che avete appena fatto?”, lui risponde semplicemente: “Oh! Era la Yaqona Vakaturaga!”.
Ci spiega che, alle Fiji, quel rituale serve a mostrare rispetto e ad onorare un ospite o una persona considerata un “leader”. Questo rito affonda le sue radici nell’antica storia fijiana e, in questo caso, è stato celebrato per mostrare il rispetto e la gratitudine che i fijiani provano per i tedeschi, visto che grazie a loro è stato possibile realizzare la COP23, evento impossibile da organizzare alle Fiji sia per motivi economici che di spazio disponibile. Ci spiega anche che, ciò che sembrava essere paglia, è in realtà una pianta speciale chiamata Yaqona o Kava. “La coltiviamo alle Fiji e, quando è del tutto cresciuta, la cogliamo e la mettiamo ad essiccare al sole”, ci dice.
Questa pianta ha un ruolo centrale nelle tradizioni delle Fiji e, normalmente, viene polverizzata per mischiarla meglio all’acqua. Mentre lo salutiamo, aggiunge che per lui è stato un onore mostrare al mondo le sue tradizioni e noi gli assicuriamo che conoscerle, per noi, lo è stato altrettanto. Non ci sarebbe potuto essere un inizio migliore per un evento il cui scopo è proprio trovare punti di contatto tra nazioni e visioni del mondo  tanto (apparentemente) diverse per affrontare i cambiamenti climatici.