Monochrome view of handsome businessman in the room is drinking alcohol drink near the window

Bonapax e Whisky

Un buon bicchiere di Bonapax

Il giorno dopo, il Report Salute di Burrough segnava una diminuzione del 7% della sua produttività e un aumento del 12% di movimenti e posture riconducibili alle manifestazioni dello stress, e suggeriva di bere una tisana rilassante, guardare un bel film e andare a letto presto.

Philip spense nervosamente il computer e andò dritto in soggiorno, dove si servì mezzo bicchiere di whisky e accese la TV. Immediatamente comparvero le bolle rosse a ricordargli che doveva ancora completare l’allenamento quotidiano e che la quantità di alcol nel bicchiere era decisamente eccessiva.

Lui cacciò via i pop up e si sintonizzò sul canale dell’informazione, ma dall’altoparlante IGHEA cominciò a elencare tutti i rischi per la sua salute e il suo lavoro che quel comportamento avrebbe provocato. Philip sbottò: “Lo so, lo so, sta’ zitta! Lasciami in pace, e fammi ascoltare le notizie.” 

“È per il suo bene, smetta di bere.” 

“IGHEA, silenziati e fammi ascoltare le informazioni. È un ordine!” L’altoparlante ronzò ancora per qualche secondo, per poi lasciare la parola al commentatore del servizio.

In quel momento, le immagini di un furioso incendio divamparono sullo schermo del soggiorno di Burrough, che fece un salto sulla poltrona e rovesciò mezzo bicchiere di whisky.

Colonne di fumo nero si levavano abbarbicate a un condominio popolare, mentre il fuoco eruttava dalle finestre e faceva esplodere i vetri per il calore. Il commentatore parlava di un possibile malfunzionamento della rete elettrica dovuto quasi certamente alla manomissione degli inquilini degli appartamenti, che si agganciavano abusivamente ai cavi con delle apparecchiature non a norma; la seconda ipotesi era quella di incendio doloso appiccato da uno degli abitanti, la cui salute mentale era stata compromessa dall’insostenibile stile di vita della comunità. Le fiamme consumavano il cemento, divorando la palazzina piano per piano, sgranocchiandone le pareti che cadevano frantumate sulla strada. 

“IGHEA, dove sta succedendo tutto questo?” Chiese Philip col fiato mozzo.

“Nel quartiere di Suburbia, mister Burrough.”

“Lo so, lo vedo. Voglio sapere l’indirizzo esatto.”

IGHEA non rispose.

“IGHEA, dimmi immediatamente dove sta bruciando quel palazzo!”

L’altoparlante ripeté con voce neutra l’indirizzo che aveva annotato la sera precedente.

Philip boccheggiò: “Chiama subito Frederik” 

“Impossibile, mister Burrough. L’indirizzo IP del dispositivo ha cessato di esistere.”

“Chiama la polizia, devo sapere l’elenco dei morti. Devo sapere se sono stati i delatori.”

“Mi permetto di sconsigliarlo. Un tale impatto emotivo può avere serie conseguenze sulla sua salute mentale e fisica.”

“Non me ne frega niente! Chiama la polizia!”

“Signor Burrough, lei non è in sé. Le consiglio una dose rinforzata di Bonapax per garantirle un riposo e una tranquillità ottimale. Domattina si sentirà meglio e potrà riprendere la sua vita normalmente.”

Philip si appoggiò pesantemente allo schienale della poltrona singhiozzando a denti stretti mentre si stropicciava la faccia. Un robottino portavivande si avvicinò silenziosamente con un bicchiere pieno del liquido effervescente brevettato dalla Bonapax. 

“Lo beva, signor Burrough. Ora la sua salute è al sicuro. Il pericolo è stato eliminato, e lei non deve più preoccuparsi di eventuali contagi.”

“Come?” 

IGHEA tentennò: “Quelle persone erano veicolo di contagio. Il loro stile di vita era pericoloso per la loro salute e quella degli altri concittadini. Ora la città è più sicura.”

“Che cosa hai fatto!” gridò Philip, alzandosi.

“Signore, il mio compito è preservare il suo perfetto stato di salute e prevenire eventuali contagi. Non era ammissibile che un esterno, potenzialmente contagiato, potesse entrare in contatto con lei.”

Burrough si lanciò in un urlo feroce, mandò in frantumi il bicchiere di whisky, rovesciò il Bonapax  e scaraventò a terra il robot, e prendendolo a calci mentre questi cercava di risollevarsi. Gettò a terra la poltrona, strappò la lampada dal circuito elettrico e con quella cominciò a picchiare violentemente sugli schermi del soggiorno, riuscendo a malapena a scalfirli. Una piccola ragnatela di crepe quasi invisibili si produsse sulla loro superficie, offuscando la miriade di bolle rosse che si accavallavano con consigli sulla salute. Distrutta la lampada, Philip continuò a pestare i pugni contro gli schermi, sortendo ancora meno effetto, mentre grugniva per lo sforzo e singhiozzava. Alla fine si accasciò contro la parete, e rantolò: “Disattivati”