Monochrome view of handsome businessman in the room is drinking alcohol drink near the window

Bonapax e Whisky

Un whisky con lo sconosciuto

Andò in soggiorno e si buttò sulla poltrona di similpelle con un sospiro. Poi si allungò fino a raggiungere l’armadietto degli alcolici, ne trasse una bottiglia e un bicchiere e si versò due dita di whisky mentre sulla TV ancora spenta del soggiorno comparve una grande scritta rossa, che lo metteva in guardia dai molteplici rischi del consumo di alcol, sottolineando l’assenza di benefici scientificamente provati. Philip bevve un sorso, sospirò ancora e disse ad alta voce: “Lo so, me lo dici tutte le sere. Adesso accendi le notizie, per favore.” L’altoparlante del soggiorno emise un suono sgradevole, ma poco dopo il grande schermo rettangolare si sintonizzò sul canale dedicato all’informazione quotidiana, in cui le immagini riprese dai droni venivano commentate da una voce pacata e seria. A quanto pare quel giorno era il ventesimo anno dalla nascita della Terza Repubblica, una data importante. Philip silenziò la tv e andò di sopra ad infilarsi la vestaglia. Quando tornò, trovò il bicchiere di whisky mezzo vuoto sul tavolino e le confortevoli immagini di famiglie che festeggiavano la ricorrenza sullo schermo appeso alla parete. Si sedette nuovamente in poltrona, afferrando il bicchiere e guardandolo controluce per valutarne il contenuto. Avrebbe giurato di non averne bevuto così tanto.

Stava valutando se versarsene un altro po’, quando si udì un suono di campanella soave ma deciso, e la voce di IGHEA che diceva: “Dott. Burrough, c’è una videochiamata per lei sul suo canale personale”

“Non quello professionale?”, chiese sconcertato Philip. 

“No, signore. Vuole che rifiuti la chiamata?”

 “Ma è un mio cliente?”, insistette ancora. 

“No signore. L’indirizzo IP da cui è partita la chiamata appartiene ad un tale El Sheik.” 

Ma chi diavolo poteva essere? Philip ci pensò su una manciata di secondi, poi chiese se fosse una chiamata pericolosa. Alla risposta negativa di IGHEA, acconsentì a riceverla sullo schermo del soggiorno. Si rassettò gli abiti e assunse una posizione composta.

Lo schermo gracchiò e restituì un’immagine in bassa risoluzione di quello che sembrava un locale interno molto buio, un seminterrato o una cantina, o qualcosa del genere. Una figura scura stava al centro dell’immagine, e l’audio trasmetteva tutta una serie di fruscii e suoni ovattati, e alcuni rumori che parevano voci umane che bisbigliavano. Quando questi cominciò a parlare, Philip sussultò.

“Ciao, Philip” disse con voce robotica. “Sei solo?”. 

Philip deglutì nervosamente, e non rispose.

“Non ti vedo bene. Sei solo?” ripeté la voce. 

Il web designer cercò di mantenere sotto controllo i livelli di stress nella voce: “Chi sei?”