L’Europa dei giovani in controtendenza rispetto ai governi nazionali
A meno di una settimana dalla chiusura dei seggi per le elezioni europee, si possono già fare le prime valutazioni sulla nuova Europa. Nello specifico, in Italia emerge una divisione tra generazioni sempre più marcata, con i giovani a sostegno della sinistra e contro il governo nazionale di centrodestra.
di Sara Taddeo
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Come sarebbe l’Europa se a votare fossero solo i giovani? Stando ai risultati delle ultime elezioni europee, molto diversa. I dati che emergono dallo scrutinio dell’8 e 9 giugno, infatti, evidenziano delle differenze radicali tra le preferenze generali dell’elettorato italiano e quelle specifiche degli under 30.
Studiare nello specifico questi risultati è particolarmente interessante in un Paese come l’Italia, in cui i giovani elettori rappresentano circa il 15% dell’elettorato attivo. Guardando solo ai dati complessivi, quindi, è difficile presumere in che misura le preferenze degli under 30 siano in linea con quelle di altre classi d’età.
Perché votare
D’altra parte, la bassa percentuale non significa che il voto dei giovani italiani sia inutile. Anzi: con l’affluenza alle urne di poco superiore al 49%, la partecipazione in massa degli under 30 può pesare in modo rilevante sui risultati complessivi. È, dunque, fondamentale che i giovani vadano a votare e facciano sentire la propria voce come approfondito nell’articolo Una breve guida contro l’astensionismo.
I dati nazionali
Ma veniamo ai dati: se consideriamo il voto di tutte le fasce d’età, Fratelli d’Italia si attesta come primo partito in Italia con il quasi 29% delle preferenze. Segue il PD con il 24% e il Movimento 5 stelle con poco meno del 10%. Chiudono la classifica la coalizione Forza Italia-Noi Moderati al 9,6%, la Lega al 9% e Alleanza Verdi e Sinistra con il 6,8%. Dei principali partiti nazionali, restano fuori dal Parlamento europeo Stati Uniti d’Europa (coalizione che comprende tra gli altri Emma Bonino e Matteo Renzi) e Azione di Carlo Calenda.
Le preferenze degli under 30
Se, invece, guardiamo alle preferenze espresse dagli under 30 la situazione cambia: i primi tre partiti, con differenze minime nelle percentuali, risultano il PD (18%), il Movimento 5 stelle (17%) e Alleanza Verdi Sinitra (16%). A seguire Fratelli d’Italia al 14%, Forza Italia al 9%, Stati Uniti d’Europa al 7%, Azione al 6% e la Lega al 5%. Quello che colpisce a prima vista, è la percentuale relativamente bassa di preferenze per i partiti di destra che compongono l’ attuale governo nazionale. Un altro dato interessante, è notare che partiti come Azione e Stati Uniti d’Europa avrebbero tranquillamente superato la soglia di sbarramento del 4%, avendo così un posto nel Parlamento europeo.
Le preferenze degli studenti fuorisede
La situazione è ancora diversa se guardiamo ai fuorisede, che per la prima volta hanno potuto votare fuori dal proprio comune di residenza. A questa nuova modalità hanno aderito circa 24 mila studenti e studentesse. Le preferenze di questa fascia della popolazione vanno per il 40,4% ad Alleanza Verdi Sinistra, che si classifica come il primo partito con un netto distacco dagli avversari. Seguono il PD al 25,5%, Azione al 10,2%, il Movimento 5 stelle al 7,8% e Stati Uniti d’Europa al 7,6%. Gli altri partiti di destra non superano nemmeno la soglia del 4%.
Tornando alla domanda iniziale, l’Europa votata dai giovani appare molto diversa da quella che invece esce dalle urne, con una netta preponderanza dei partiti di destra. E la distanza si amplifica ulteriormente se guardiamo ai soli studenti domiciliati fuori dal comune di residenza.
La generazione z vota ancora in modo compatto?
Oltre alla distanza tra under e over 30 però, altre riflessioni riguardano la composizione del voto dei giovani. Storicamente le diverse classi d’età tendono a votare piuttosto compatte, con differenze poco marcate all’interno delle stesse generazioni. Questo dipende dall’educazione condivisa, ma anche dall’aver vissuto nello stesso clima storico-sociale. Eppure in queste ultime elezioni la tendenza sembra scemare: i partiti di sinistra (a volerli considerare come un’unica coalizione) raggiungono il 47% circa, contro il 28% dei partiti di destra e il 17% del movimento 5 stelle.
All’ interno degli under 30, sarebbe interessante analizzare possibili differenze basate sul genere. Alcuni studi (approfonditi nella puntata del giorno 11/06 del podcast “Notizie a Colazione”) hanno scoperto una differenza notevole tra il voto di donne e uomini, stimando che le ragazze siano per il 30% più liberali dei coetanei. Uno dei motivi è la diffusione del movimento Me Too e di valori femministi e progressisti. Attualmente, tuttavia, l’unico dato disponibile per l’ Italia riguarda l’affluenza alle urne, per cui è difficile in questo momento verificare la tendenza. Emerge però che l’astensionismo sia più diffuso nelle donne (solo il 48,8% ha votato nel weekend), contro il 50,5% di uomini alle urne.
Apertura a nuove riflessioni
Per rispondere alla domanda iniziale non basta, forse, un’analisi a caldo dei risultati. Da un primo sguardo sembrerebbe che un’ Europa votata e pensata per i giovani apparirebbe molto diversa da quella che sarà nel prossimo futuro, ma ci sono ancora riflessioni da fare, tenendo conto non solo delle differenze fra Paesi e classi d’età, ma anche delle divergenze che emergono tra i giovani under 30.