WebValley è iniziato il 19 luglio e si chiuderà il 5 agosto

A WebValley la ricerca è in mano ai giovani

È partito il 19 luglio WebValley, il camp internazionale di data science della Fondazione Bruno Kessler rivolto agli studenti che hanno appena finito la quarta superiore. Quest’anno il tema è la qualità dell’aria. Sono venti i giovani provenienti da tutto il mondo che stanno lavorando nelle aule dell’Istituto Artigianelli di Trento all’analisi dei dati di qualità dell’aria in Trentino.

di Marianna Malpaga

È un team di giovani “aspiranti ricercatori” quello che sta lavorando in questi giorni agli Artigianelli di Trento per la 22esima edizione di WebValley, progetto della Fondazione Bruno Kessler che quest’anno ha come tema la qualità dell’aria.

Il camp residenziale, iniziato il 19 luglio, si concluderà alla fine di questa settimana con un evento di restituzione che avrà luogo nell’aula grande di FBK, in via Santa Croce, dalle 16.30 alle 18.30 di venerdì 5 agosto.
Sono 20 i giovani di quarta superiore coinvolti, provenienti anche da fuori Italia: ci sono un israeliano, una brasiliana, un’australiana, un norvegese e due statunitensi.

“Ogni anno a WebValley proponiamo un progetto di ricerca applicata”, spiega Claudia Dolci, direttrice del progetto assieme a Giuseppe Jurman. “La prima settimana si parte con lezioni teoriche e pratiche in cui diamo ai ragazzi gli strumenti per affrontare il progetto di ricerca, sul quale iniziano a lavorare dalla seconda settimana”.

WebValley è iniziato nel 2001 come progetto di un gruppo della Fondazione Bruno Kessler, su intuizione di Cesare Furlanello, allora capo dell’Unità Modelli Predittivi per la Biomedicina e l’Ambiente. “Inizialmente la scuola era destinata solo agli studenti trentini”, prosegue Dolci. “Abbiamo aperto anche a studenti italiani dal 2009, mentre dal 2011 è diventata una scuola internazionale grazie alla collaborazione con ISEF, la più grande competizione scientifica internazionale per studenti non universitari”.

Sono 20 i ragazzi e le ragazze che hanno appena finito la 4° superiore che partecipano a WebValley di FBK

La squadra di lavoro ricompone un team di ricerca. La parola d’ordine, quindi, è interdisciplinarietà. “Selezioniamo i ragazzi in base al loro interesse per la materia – spiega la direttrice di WebValley – e in base alle loro competenze. Certo, abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze che siano abili in informatica, ma può entrare a far parte del team anche chi è interessato al mondo scientifico senza essere per forza un abile programmatore. Una competenza molto importante è anche quella in campo comunicativo”.

Il tema della qualità dell’aria è un filone di ricerca molto curato dalla Fondazione Bruno Kessler. “Da diversi anni la fondazione propone progetti annuali sul modello DomoSens, un modello didattico di Scuola-Lavoro, dove cerchiamo di favorire la collaborazione tra Istituti di indirizzi diversi e l’incontro degli studenti con ricercatori e professionisti di diverse discipline. Con questi progetti abbiamo parlato agli studenti di sensoristica applicata in diversi contesti, dall’ambiente domestico, ai rifugi alpini e infine il tema della qualità dell’aria in città.”

L’edizione 2022 di WebValley, porta avanti il testimone nelle scuole, concentrandosi maggiormente sul tema dell’analisi dei dati raccolti”.

I giovani sono stati divisi in 3 gruppi di ricerca che risponderanno a 3 diversi quesiti. Al primo gruppo è stato dato il compito di analizzare i dati storici raccolti dalle centraline dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa), mentre il secondo e il terzo gruppo lavorano rispettivamente sui dati raccolti dai nuovi sensori a basso costo realizzati da FBK e sullo sviluppo di una dashboard per la visualizzazione dei dati. “Alla fine delle tre settimane, i ragazzi e le ragazze presenteranno i risultati – dice Dolci -; è un bel ‘boost’ di energia per noi, perché si dà un’accelerata a una ricerca che durante l’anno è portata avanti solo da poche persone. Alcuni di questi ragazzi, poi, rimangono collegati alla fondazione, perché magari fra due, tre anni verranno a studiare a Povo. Due dei 10 tutor di quest’anno sono alumni della scuola”.

Tra i 20 ragazzi che partecipano a WebValley abbiamo raccolto le testimonianze di Valeria Aquilano (Roma), Samuele Facenda (Trento) e Ligia Carvalho (Brasile).

“Ho bisogno di capire quello che voglio fare nel futuro”, spiega Valeria, che sta lavorando al terzo progetto di ricerca, per creare una dashboard che faccia capire a primo impatto qual è l’evoluzione dei gas e degli inquinanti nell’atmosfera. “Sento la necessità di avere un assaggio del mondo del lavoro, perché a scuola non abbiamo questo tipo di progetti – aggiunge -. Nel mio futuro spero di riuscire a studiare ingegneria ambientale, ma sono anche molto interessata alla rappresentazione delle situazioni tramite algoritmi ed equazioni. In questo camp ho trovato una sintesi perfetta tra questi due interessi”.

I giovani “aspiranti ricercatori” di WebValley vengono non solo dall’Italia, ma anche da Brasile, Australia e Stati Uniti

Samuele frequenta l’Istituto Buonarroti, studia informatica e, come racconta, “ho sentito parlare del progetto a scuola, perché ogni anno c’è qualcuno che viene a WebValley”. Sta lavorando alla seconda “challenge”, che si occupa dei sensori di nuova generazione di FBK per il monitoraggio della qualità dell’aria.

Ligia viene da San Paolo, in Brasile, dove studia software development, e ha scoperto WebValley grazie a una fiera, la Regeneron International Science and Engineering Fair. “Questo camp – dice – è perfetto per ciò che studio, e per me è una grande opportunità: normalmente andare a studiare all’estero, per le persone brasiliane, è davvero molto costoso”.

I ragazzi e alle ragazze che partecipano a WebValley hanno visitato anche la clean room di FBK. “Si tratta di un ambiente molto pulito in cui vengono sviluppati i componenti della microelettronica”, spiega Andrea Gaiardo, ricercatore dell’unità MNF (Micro Nano Facility) di FBK. “I sensori sui quali stanno lavorando i ragazzi del secondo gruppo sono sviluppati proprio nelle clean room della Fondazione.. Sono dei dispositivi innovativi, miniaturizzati e a basso costo, che possono essere utilizzati per monitorare gli inquinanti dell’aria. Attualmente, gli enti di protezione ambientale utilizzano degli strumenti complessi, basati su principi chimico-fisici differenti, per fornire dei dati certificati alle amministrazioni. Questi strumenti, però, hanno lo svantaggio di essere costosissimi e molto ingombranti. Per questo l’Unione Europea ha chiesto di svilupparne di nuovi, che siano più economici e più piccoli, in modo che si possano aumentare i punti di monitoraggio e si possano raccogliere più dati sulla qualità dell’aria. Questi dati risultano essere fondamentali sia per le amministrazioni, per comprendere meglio le fonti di emissione di tali inquinanti e prendere quindi le necessarie decisioni per cercare di contrastare il loro sviluppo, sia per i ricercatori, che possono cosi’ comprendere meglio come questi inquinanti si muovono e si spostano nell’atmosfera. Come FBK abbiamo cercato di sviluppare una tecnologia che rispondesse a questa esigenza, e ora la stiamo testando per cercare di migliorarla anche grazie all’aiuto di questi ragazzi”.

Per info sulle iscrizioni, visitare il sito di WebValley.