Proposto un fondo per affrontare la deforestazione in Amazzonia

Francia Márquez, vicepresidente della Colombia, ha sottolineato l’importanza che i Paesi sviluppati, i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra, attuino una transizione energetica verso fonti non inquinanti. Proposto un fondo tra Brasile e Colombia per affrontare la deforestazione in Amazzonia.

Testo e immagine: Pedro Borges | Redazione: Elias Santana Malê – Alma Preta

Traduzione dall’inglese di Edoardo Ruvolo

Francia Márquez, vicepresidente della Colombia, ha dichiarato il desiderio di costruire un fondo binazionale tra Brasile e Colombia per fermare la deforestazione in Amazzonia. Márquez partecipa, insieme al presidente colombiano Gustavo Petro, alla COP27, in Egitto, e ha segnalato il desiderio di costruire una partnership con il Brasile.

“Sono felice della vittoria di Lula e siamo pronti a lavorare con lui per proteggere l’Amazzonia. Abbiamo già discusso in questo spazio di come costruire un fondo binazionale Brasile-Colombia per proteggere l’Amazzonia” ha affermato Márquez a proposito.

La proposta dovrebbe essere discussa con Marina Silva, ex ministro dell’Ambiente, durante la COP27. I due si sono incontrati durante l’evento, nello spazio della società civile brasiliana, e hanno discusso la fattibilità della proposta da mettere in pratica durante l’amministrazione Lula.

Francia Márquez ha mostrato ammirazione per Marina Silva e ha segnalato di riconoscersi, come donna di colore, nell’ambientalista brasiliana. La vicepresidente della Colombia proviene dal dipartimento di Cauca, nella regione del Pacifico, dove c’è una grande concentrazione di persone di colore, e ha una storia segnata dalla lotta contro l’estrazione di minerali nella regione e in difesa delle risorse naturali.

“Marina Silva è una combattente come me, come molte altre donne nere, che ha una chiara posizione di difesa del territorio amazzonico”. Francia Márquez ha partecipato ad agende con giovani leader del Paese, ambientalisti e capi di Stato per costruire partnership, soprattutto con le nazioni dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa.

“Penso che sarebbe ideale se l’America Latina, l’Africa e i Caraibi fossero insieme, Sud-Sud, lavorando come un blocco ed esigendo come un blocco. È vero che queste regioni non sono i maggiori emettitori, ma siamo i Paesi che stanno subendo le conseguenze maggiori, quindi abbiamo una responsabilità. In Colombia stiamo cercando di passare da un’economia estrattiva a un’economia sostenibile”.

L’avvicinamento ai Paesi latinoamericani è un’opportunità per sviluppare politiche di riparazione per i gruppi storicamente emarginati. Durante le attività a cui ha partecipato alla COP, Francia Márquez ha sottolineato l’importanza di discutere di giustizia climatica sulla base dei marcatori di razza e di genere.

“Voglio condurre una politica di riparazioni storiche in America Latina, nei Caraibi, in articolazione con l’Africa, perché parlare di riparazioni storiche qui significa parlare di razzismo ambientale, di colonialismo, perché siamo gli stessi Paesi colonizzati, impoveriti, razzializzati, discriminati che oggi subiscono i maggiori effetti climatici”.

Le discussioni alla COP27, dopo la finalizzazione dell’Accordo di Parigi nella scorsa edizione, sono incentrate sull’esecuzione del piano. L’agenda prioritaria dei Paesi del Sud globale è quella di garantire il trasferimento di 100 miliardi di dollari dai Paesi del Nord alle nazioni del Sud, in modo da sviluppare azioni per mitigare gli attuali danni del cambiamento climatico e gli adattamenti, come la matrice energetica, di questi Paesi.

Francia ritiene che i Paesi del Nord, oltre a pagare le richieste degli Stati del Sud, debbano cambiare la matrice energetica e ridurre le emissioni di gas serra.

“Se volete salvare il pianeta, dovete impegnarvi a realizzare la transizione energetica nei vostri Paesi. La decarbonizzazione delle economie è necessaria e avviare questo processo è il modo per cambiare la strada che stiamo percorrendo per portare il pianeta verso l’estinzione. Abbiamo poco tempo e speriamo che le persone, i giovani, i bambini, prendano decisioni vere e reali”.