In alto la voce contro Adidas per #payyourworkers

In questi giorni si sta svolgendo in diverse città italiane la settimana di mobilitazione globale #payyourworkers, promossa da Abiti Puliti. Al centro i diritti dei lavoratori nell’ambito della moda.

Di Ilaria Bionda

È in corso dal 24 al 30 ottobre 2022 la Global Week of Action, una settimana di mobilitazione globale volta a informare, sensibilizzare e muovere all’azione sulla base delle richieste della coalizione #payyourworkers. Nello specifico, vengono diffuse una serie di azioni di protesta contro l’azienda Adidas che, durante la pandemia, ha assunto comportamenti poco virtuosi e lasciato lavoratori e lavoratrici della sua catena di fornitura senza i pagamenti dovuti. I dati dimostrano che per otto fabbriche in Cambogia, il marchio deve alle sue lavoratrici 11,7 milioni di dollari di salari per i primi 14 mesi della pandemia, pari a 387 dollari ciascuno. In aggiunta, ci sono anche lavoratrici che aspettano del denaro da Adidas anche se ormai non producono più articoli per l’azienda: le operaie della fabbrica Hulu Garment in Cambogia, sono state licenziate all’inizio della pandemia senza alcuna garanzia e aspettano ancora 3,6 milioni di dollari.

Uno dei manifesti della campagna creato dal progetto d’arte pubblica CHEAP

A promuovere in Italia questa iniziativa è Abiti Puliti, una delle 14 coalizioni nazionali della Clean Clothes Campaign attiva a livello europeo, i cui focus più importanti sono sensibilizzare e coinvolgere i cittadini in merito all’insostenibilità sociale e ambientale dell’industria della moda e fare pressione verso imprese e governi affinché assicurino il rispetto dei diritti dei lavoratori dell’ambito. Le 234 organizzazioni che fanno parte di questa campagna internazionale sono impegnate nell’organizzazioni di numerose sotto-campagne e nel lancio di azioni urgenti per favorire la consapevolezza e la mobilitazione – individuale e collettiva – a sostegno delle richieste di assistenza e solidarietà per la risoluzione di casi di violazione dei diritti dei lavoratori dell’industria della moda.

Abbiamo scambiato due parole sull’iniziativa #payyourworkers con Deborah Lucchetti, attivista in ambito di diritti umani e di lavoro nel settore moda, coordinatrice nazionale di Abiti Puliti. I concetti che Deborah usa per definire la settimana di mobilitazione sono: globale, poiché coinvolge tutti i Paesi del mondo, proveniente dal basso, poiché non è imposta ma è un movimento che corrisponde alle esigenze effettivamente esistenti e basata su fatti, poiché parte da una serie di dati riguardanti ciò che è realmente successo.

Questa campagna è fondamentale anche per stimolare l’opinione pubblica su tematiche che rimangono spesso in secondo piano. Secondo Deborah, infatti, la consapevolezza: “A giudicare dai fatturati delle aziende di moda e fast fashion è ancora troppo poca. I brand, oggi potenziati dai social media, hanno mezzi ingenti da investire in pubblicità e marketing per convincere milioni di consumatori nel mondo a comprare i loro prodotti, spesso a basso costo, ottenuti grazie allo sfruttamento delle lavoratrici e dell’ambiente”. Inoltre, “C’è ancora molto da fare per creare la massa critica necessaria a fare cambiare questo sistema” e proprio per questo motivo si organizzano campagne come #payyourworkers.

Le azioni previste riguardano sia la modalità tradizionale di protesta in piazza, sia la modalità online, che sfrutta Internet e i social media per diffondere le informazioni, sensibilizzare e chiamare all’azione. Abbiamo chiesto a Deborah l’importanza di questi due diversi canali per la Campagna: “Si tratta di due facce complementari dell’attivismo. È molto importante scendere in piazza, occupare lo spazio pubblico per dare voce alle vertenze dei lavoratori più vulnerabili delle catene globali di fornitura. Ma è altrettanto importante usare bene i social, data l’alta sensibilità dei marchi nel difendere la loro reputazione e dato il potere virale di questi mezzi di comunicazione.”

Sui social si stanno infatti diffondendo post, immagini, hashtag e altri contenuti che puntano a smuovere l’opinione pubblica. Anche noi di Agenzia di Stampa Giovanile, progetto dell’Associazione Viraçao&Jangada, stiamo contribuendo e muovendo in questa direzione, insieme a CSV-Non profit network. Allo stesso tempo, in molte città italiane si scende in piazza al grido di #payyourworkers. Le iniziative sono partite da Bologna dove, dal 24 ottobre per 15 giorni, campeggeranno sulle bacheche pubbliche della città gli splendidi manifesti del progetto di arte pubblica CHEAP, portatori di un messaggio forte e chiaro nei confronti della grande azienda tedesca che continua ad ignorare le richieste. Anche a Milano, Torino, Genova, Firenze, Fidenza, Parma e Roma sono previsti momenti di partecipazione alla campagna, con eventi e flashmob di piazza. Contemporaneamente ci saranno manifestazioni in almeno altre 20 città nel mondo, tra cui Berlino, Los Angeles e Dacca. 

Per sapere come procede la campagna seguite gli hashtag #payyourworkers #adidasruba.