Cosa ho imparato lavorando con UNESCO MIL

Rapporto dell’attivista climatica Amanda Costa sulla Giornata mondiale della libertà di stampa con Unesco Media and Information Literacy.

di Amanda Costa
traduzione dall’inglese di Patrick Lasta

Il futuro del lavoro è diversificato, plurale e collaborativo.

È con questa mentalità che ho accettato l’invito a unirsi alla Youth News Room, un progetto dell’UNESCO Media and Information che ha invitato un gruppo composto da 27 giovani giornalisti, creatori di contenuti, attivisti climatici e fact-checker a coprire la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, che quest’anno aveva come tema “Il giornalismo di fronte alla crisi ambientale“.

Da tutto il mondo

È stata un’esperienza estremamente arricchente, dirompente e innovativa che ha riunito giovani comunicatori da Stati Uniti, Kenya, Cile, Indonesia, Messico, Francia, Bosnia, Colombia, Regno Unito, Spagna, Brasile e Paesi Bassi. L’obiettivo centrale del progetto era quello di fornire uno spazio per l’apprendimento reciproco e collaborativo tra giovani professionisti, coinvolgendoli nella stessa missione: diffondere le notizie dalla conferenza e creare strumenti multimediali per divulgare l’importanza del dibattito climatico come agenda prioritaria del giornalismo globale, enfatizzando sempre la libertà di espressione.

Parte della trasformazione

“Vogliamo capire i nuovi modi di comunicare e partecipare alla trasformazione dell’ecosistema di diffusione delle notizie”. (Coordinatore Generale)

Questo è stato un progetto pionieristico creato per coinvolgere giovani comunicatori globali con la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, celebrata il 3 maggio. Questa data è un promemoria creato il 20 dicembre 1993, con una decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite relativa all’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Così, l’UNESCO segna le celebrazioni della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa premiando un individuo, un’organizzazione o un istituto che contribuisce alla libertà di stampa a livello mondiale, tramite il Premio Guillermo Cano Isaza, un giornalista colombiano assassinato di fronte all’edificio dove lavorava per aver divulgato notizie che denunciavano il traffico di droga. Quest’anno, il premio è stato assegnato ai giornalisti palestinesi che stanno svolgendo un lavoro coraggioso coprendo la guerra in Israele. Per saperne di più.

Il primo giorno

Dopo la cerimonia di apertura, abbiamo avuto due giorni di duro lavoro. Siamo stati divisi in 6 piccoli gruppi (Tracks), ed eravamo responsabili della copertura di alcuni panel della conferenza. Il mio gruppo era formato da due giornalisti cileni (Martin e Sebastian), un’editrice nigeriana (Silvia) e me, responsabile della creazione dei contenuti (copioni, presentazione e video editing).

Devo ammettere che il primo giorno è stato piuttosto impegnativo. Ogni persona ha una cultura diversa, un proprio modo di lavorare e competenze specifiche. Ho notato che mentre i giornalisti erano concentrati sulla partecipazione ai panel, prendendo appunti e scrivendo sull’argomento, i creatori di contenuti valorizzavano la loro libertà. Volevamo girare per le stanze, intervistare le persone e avere tempo di qualità per montare i nostri contenuti.

Alla fine del primo giorno, abbiamo avuto una riunione di feedback per capire cosa era andato bene durante la giornata, i punti di attrito e cosa poteva essere migliorato. Basandoci sulle riflessioni, il nostro atteggiamento per il giorno successivo è stato diverso. Ci siamo accoppiati e ci siamo impegnati a insegnare le nostre competenze ai membri del team.

Secondo giorno

Il secondo giorno è stato molto più leggero, scorrendo in maniera più dinamica e persino divertente. Ci sono stati numerosi scambi, condivisioni e conversazioni, e se potessi riassumere i miei apprendimenti in pochi punti, direi che questa esperienza mi ha permesso di:

  • Sviluppare la resilienza per lavorare sotto pressione e gestire un alto numero di richieste
  • Creare empatia per comprendere i diversi ritmi di lavoro tra giornalisti, verificatori di notizie e creatori di contenuti provenienti da diverse parti del mondo
  • Stimolare una visione critica per rendersi conto che con rispetto, orizzontalità e trasparenza, è possibile realizzare un lavoro impattante.

Questo percorso è stato meraviglioso! Mi sono sentita molto felice di fare un altro passo nello sviluppo della mia carriera internazionale, lavorando duramente per pensare a strategie innovative, creative e dirompenti per democratizzare l’agenda climatica in diversi spazi!

La libertà non è solo essere liberi, ma anche aiutare gli altri a essere liberi”. (Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO)

Per approfondire ecco un altro articolo di Amanda Costa, relativo all’attivismo climatico: Paulo Galvão, dall’Amazzonia al Mondo.