Ogni piccola azione fa la differenza

di Chiara Zambelloni e Marta Benigni, articoliste dell’Agenzia di Stampa Giovanile

Oggi, 11 dicembre, è il Gender Day qui alla Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici (COP24). La scelta di dedicare una giornata alla questione di genere è ispirata al Gender Action Plan (GAP), stabilito durante la COP23 di Bonn e diffusa con l’hashtag #Actonthegap. Lo scopo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare sull’importanza di policy e azioni climatiche che tengano conto del genere e sottolineare la leadership femminile nell’attività contro i cambiamenti climatici. E’ necessario infatti porsi delle domande sull’idea tradizionale di lavoro e delle relazioni di potere, nonché considerare questioni intersettoriali come i diritti umani e la partecipazioni di comunità locali ed indigene. Tali considerazioni riproducono il concetto di Equa Transizione, contenuto nel preambolo dell’accordo di Parigi, il quale intende far rispettare i diritti di tutti i lavoratori, comprese le donne, nel passaggio verso forme di energie più rinnovabili. Grande importanza oggi è data alla prospettiva femminile in questo processo per trasformare la struttura stessa della società, il ruolo della donna, e renderla indipendente tramite l’insegnamento di tecniche necessarie e “rinnovabili”. 1. CEED (Centro per l’Energia, l’Ecologia e lo Sviluppo) – FilippineRappresentato oggi da Avril de Torres è un centro di ricerca filippino che si dedica a studiare un approccio più sostenibile e più accessibile a tutti relativo alle sfide nell’ambito dell’energia e dell’ambiente.

L’attenzione al problema di genere e della giusta transizione nel Sud è particolarmente cruciale in quanto l’utilizzo del carbone è spesso invocata come una legittima scelta per lo sviluppo. Le compagnie del Nord del mondo, infatti, giungono fin qui per investire in modo massiccio nel settore. CEED cerca di incentivare una trasformazione più democratica e sostenibile dell’energia, aiutando, nello stesso momento, l’adattamento ad un nuovo sistema. Grazie alla loro conoscenza locale riguardo la gestione delle risorse e le pratiche sostenibili riescono ad espandere il ruolo sempre più cruciale delle donne a livello individuale e collettivo. 2.”Yalla Let’s Bike” Come on Let’s Bike Initiative – SiriaIl problema principale che si presentava a Sarah Zein a Damasco era la fatica di spostarsi agilmente e in modo sicuro. Questo l’ha spinta a creare un’iniziativa per ridefinire i ruoli tradizionali e promuovere lo spostamento in bicicletta come metodo di trasporto salutare e ecologico. In Syria, però, per le donne rimane socialmente inaccettabile scegliere la bici come mezzo a causa della convinzione che questo metterebbe in pericolo la verginità.

A causa dell’incremento di checkpoints di sicurezza intorno alla città e di attacchi armati, dello stato disastroso delle strade e delle norme sociali conservatrici, spostarsi senza auto diventava sempre più difficile. Dal 2014, Yalla Let’s Bike ha coinvolto 4.000 donne tra partecipanti, insegnanti e lavoratrici e ha aumentato del 40% la vendita di biciclette alle donne. Il progetto coinvolge i siriani nella ristrutturazione di piste ciclabili, creazione di parcheggi per bici e biciclettate per la pace, dove si protesta pedalando insieme. Il tutto riducendo le emissioni di gas serra. 3. OLIO – InghilterraQuest’ App rappresenta una vera e propria innovazione ed è un unicum nel suo genere. Saasha Celestial-one e Tessa Clarke, ispirate dal loro ruolo di madri, hanno fondato il primo servizio di condivisione del cibo tra vicini. Essendo nate in quartieri poveri e avendo sperimentato il problema della fame e della povertà, le due donne hanno basato la loro missione sull’eliminazione dello spreco di cibo. Tramite la connessione di famiglie, negozi locali e caffè, è stato possibile ridistribuire nella comunità ciò che non veniva venduto o che rimaneva nei frigoriferi. Lo spreco di cibo è uno dei grandi problemi che aggravano i cambiamenti climatici e la terza fonte di GHG (gas a effetto serra).

OLIO ha coinvolto fino ad oggi 400.000 utenti, incoraggiando sempre più persone a scaricare l’applicazione gratuitamente. Condividendo foto del cibo che altrimenti sarebbe stato buttato, ha così risparmiato più di un 1 milione di km di spostamenti in auto e 409 tonnellate di CO2. 4. HelpUsGreen – IndiaE’ pratica usuale per gli indiani offrire fiori agli Dei che vengono quindi gettati periodicamente nel Gange dai templi e dalle moschee. In tutto il Sud dell’Asia più di 8 milioni di fiori pieni di pesticidi contribuiscono all’inquinamento dei fiumi sacri. Le acque del Gange sono fonte potabile per 420 milioni di persone e, così, la possibilità di diffusione di malattie tra gli abitanti aumenta considerevolmente. L’iniziativa sperimentata in India è stata la prima a trovare una soluzione creativa per riciclare in modo economico, ma redditizio, il massiccio spreco di fiori e piante. Flowercycling impiega infatti molte donne nella raccolta giornaliera e nella produzione di fertilizzanti organici, incensi naturali e materiali biodegradabili, tra cui cuoio vegetale. Numerose lavoratrici erano prima impiegate come spazzine per latrine e fogne e, per questo motivo, dovevano far fronte a rischi di stigma sociale e di salute. Il primo vantaggio del progetto è quindi delle comunità locali e delle donne che vengono impiegate in lavori sicuri che contribuiscono al sostentamento.5. Earthspark International – HaitiL’iniziativa haitiana è fondata e portata avanti da donne che hanno deciso di ribellarsi alla totale mancanza di disponibilità di illuminazione ed energia elettrica nell’isola. Il termine utilizzato è “elettrificazione femminista” e si impegna a formare un ampio team di donne nella pianificazione, formazione, uso e supporto nei servizi di energia. Il danno più grande all’economia e allo stile di vita haitiano è il quasi impossibile accesso all’elettricità e il denaro speso in forme di energia di basso livello come candele e kerosene, che portano all’inquinamento dell’aria. Il primo modello di business di successo è stato chiamato Enèji Pwòp e ha costruito una particolare griglia di macro pannelli solari ampia quasi quanto una città. Con l’obiettivo di raggiungere un totale abbandono di altre forme di energia, questo progetto ha eliminato 19.000 tonnellate di CO2 e di emissioni di carbone nero.

Per le comunità locali è letteralmente arrivata la luce quando l’accesso all’elettricità ha permesso un notevole miglioramento dello stile di vita della popolazione dal punto sociale ed economico, nonché per la loro salute. 6. Momentum for Change: Women for Results – UNFCCCNel 2012, il Segretariato dell’UNFCCC ha lanciato un progetto dal nome Momentum for Change: Women for Results per mostrare esempi di attività che dimostrano leadership e partecipazione da parte di donne di tutto il mondo. Molte di queste iniziative hanno evidenziato risultati concretamente misurabili a livello nazionale ed internazionale. L’UNFCCC, in collaborazione con WiSER (Women in Sustainability, Environment and Renewable Energy) ha supportato nuove compagnie e soluzioni commerciali per l’accesso a energia, acqua e cibo, tutto nel rispetto del rinnovabile. Alcuni esempi di imprenditori che vi abbiamo proposto, con buona volontà e dedizione, hanno contribuito positivamente al miglioramento della loro comunità e del mondo. Per questo, sono stati scelti come vincitori. Potete trovarne molti altri su questo sito.