L’impegno per un futuro sostenibile

L’ambiente è una questione urgente, che richiede responsabilità, impegno ed iniziative concrete volte a tutelarlo. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, in occasione della recente pubblicazione del suo libro sul tema.

Di Kiria Zunica

– 

Ogni grande cambiamento parte da tanti piccoli gesti che possono fare la differenza, per questo, il futuro del Pianeta è nelle nostre mani ogni giorno. Di questo tema ne parla il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, nel suo libro “Noi siamo l’ambiente. Per una rivoluzione ecologica dei cittadini” (Baldini + Castoldi, 2023). Laureatosi in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali a Macerata prima e in Management Pubblico e dei Sistemi Socio-Sanitari ad Ancona poi, Fioravanti vanta un’importante carriera politico-amministrativa. All’interno del libro affronta con uno sguardo attento e competente la tematica ambientale analizzandola nei suoi vari aspetti e proponendo un cambiamento culturale essenziale per il conseguimento della transizione ecologica in corso. 

Come e quando è nato questo progetto e perché ha ritenuto importante scrivere un libro che affrontasse la tematica ambientale?

Da diverso tempo coltivavo il desiderio di scrivere un libro su questo tema. Perché l’ambiente è il contesto in cui viviamo, l’insieme delle nostre relazioni, l’equilibrio dell’ecosistema che lo governa. Dall’ambiente dipende la nostra sicurezza e la nostra salute, dalle nostre azioni dipendono l’armonia e la tutela dell’ecosistema ambientale. Per affrontare tale percorso, sono voluto partire dalla mia personale esperienza di amministratore: non solo per individuare best practice, nuovi obiettivi e confronti fra scelte operate in diversi ambiti locali, ma anche per sensibilizzare tutti i cittadini alla partecipazione. Il libro, quindi, nasce come manifesto: una nuova visione dell’ambiente che propone un cambiamento culturale, in termini di consapevolezza e responsabilizzazione, fondamentale alla piena realizzazione della transizione ecologica in atto. 

Qual è la sua visione riguardo al rapporto tra esseri umani e ambiente? 

C’è chi ha compreso l’importanza di questo rapporto, c’è chi ancora non è pienamente consapevole e chi, invece, non è interessato al riguardo. Il compito di tutti noi è fare in modo che ciascun individuo capisca davvero che ogni gesto del singolo, anche il più piccolo, può essere determinante per realizzare un domani migliore. Nel volume viene illustrata e approfondita proprio questa nuova visione ecologico-culturale: il vero obiettivo da raggiungere è sensibilizzare quante più persone possibili a questa “rivoluzione ambientale”, che parte da ciascuno di noi e si ripercuote su ciascuno di noi.

Nel capitolo “La rivoluzione culturale necessaria” lei affronta anche il tema della responsabilità evidenziando come sia vitale ed essenziale condividerla ma, prima, c’è bisogno che, ciascuno di noi, riconosca di avere un ruolo preciso nella tutela dell’ambiente e del benessere sociale. Secondo lei a livello individuale e collettivo, ad oggi, quanto è insito questo concetto di responsabilità? 

Non tutti hanno ancora compreso appieno tale responsabilità, ma non per questo dobbiamo arrenderci o tirare i remi in barca. La mia assoluta convinzione è che i più grandi cambiamenti possono verificarsi solo se partono dal “basso”. E per far sì che questo accada, è fondamentale che ciascun individuo sia sensibilizzato su un certo tema e se ne senta responsabilizzato. Se credo che il mio comportamento non incide sull’ambiente e sugli altri, non vi presterò attenzione. Ma se mi convinco che ogni singolo gesto è importante, ecco che riesco a fare la differenza. Il coinvolgimento attivo e fattivo della comunità, in ogni sua componente, è dunque alla base di questa nuova visione della nostra società. 

All’interno del libro parla di “Essere il cambiamento”, dunque, per riuscire concretamente in questo obiettivo, quali sono le principali sfide ecologiche del nostro tempo?

Ce ne sono moltissime. La qualità della vita, la mobilità sostenibile, il verde pubblico, i rifiuti, il ruolo della famiglia, la transizione digitale e quella ecologica, la smart city, le politiche comunitarie, la sovranità alimentare, l’efficientamento energetico e tanto altro. Le sfide sono numerose, alcune anche molto ambiziose, ma attraverso una nuova politica di coinvolgimento diretto dei cittadini, l’obiettivo può essere raggiunto. Nel libro propongo un paragone tra i sindaci e le api, illustrando un nuovo modello di governance basato sulla condivisione degli obiettivi, dei benefici e dei doveri. Proprio tale condivisione, una sorta di “Democrazia Partecipativa 4.0”, può essere la chiave di volta per un futuro migliore.

Molto interessante è anche il capitolo “Per un nuovo urbanesimo. La città casa comune”, in cui propone un nuovo disegno di città basata su princìpi ispiratori quali: verde, mobilità integrata, riqualificazione degli edifici e resa energetica. Perché la rinaturalizzazione urbana è così urgente e quali misure possono essere adottate per rendere ciò possibile?

Riportare la natura nei centri urbani vuol dire ridurre il debito ecologico, assorbire e rimuovere gli inquinanti atmosferici nelle aree metropolitane, favorire la transizione ecologica, rilanciare l’economia e l’occupazione in linea con la green economy e lo sviluppo sostenibile, tutelare la biodiversità e la funzionalità dei servizi ecosistemici. Le città rappresentano i luoghi in cui è necessario lavorare con una cura particolare per creare le condizioni essenziali al benessere collettivo. Un benessere che, soprattutto dopo la pandemia Covid-19, le persone hanno davvero iniziato a voler raggiungere: il tempo non si ferma, la vita scorre e noi rischiamo di vederla scappar via dalle nostre mani.

Ecco perché, oggi, in tanti stanno riscoprendo spazi all’aperto, il verde, il buon vivere e il rapporto con gli altri. Questo messaggio si riflette anche nelle modalità di attuazione della transizione ecologica. Guai a farla rimanere una  prerogativa esclusiva dei ceti più ricchi: l’obiettivo, il vero traguardo da raggiungere, deve essere quello di diminuire, e non allargare, la forbice sociale. Per farlo, è necessario utilizzare e mettere in campo tutti quegli strumenti e tutte quelle misure che permettano a chiunque, a prescindere dal reddito o dallo stile di vita, di compiere questo importante passo. Se si vogliono davvero garantire a tutti le stesse possibilità, nessuno può e deve restare indietro. 

Lei termina il suo libro con una lettera ad un bambino immaginario, un ipotetico cittadino futuro. Quali sensazioni/emozioni ha provato mentre la scriveva?

Tante emozioni, anche tra loro contrastanti. Speranza e paura, ma soprattutto amore per il nostro pianeta e fiducia nel domani.  Ho viaggiato con la mente, ho immaginato di dover lasciare qualcosa di concreto, seppur solo con una lettera, a chi verrà in futuro. Ai ragazzi, ai bambini. A chi ancora oggi non c’è, ma domani sarà protagonista. Da Sindaco della città di Ascoli Piceno, ho capito che l’obiettivo di un amministratore è quello di restituire alla comunità una città migliore di quella che viene presa in prestito. Non tutti i risultati possono essere visti subito, c’è anche da lavorare per un qualcosa che farà stare bene, e meglio, chi arriverà più tardi. E questo è lo spirito che deve guidarci anche quando parliamo di ambiente. 

Il messaggio contenuto nel suo libro può ispirare una grande platea di persone, influenzando le loro scelte quotidiane e promuovendo, in tal modo, un’evoluzione positiva. Cosa direbbe ai suoi lettori per incoraggiarli a rispettare e salvaguardare l’ambiente in cui viviamo? 

Che ciascuno di noi può e deve essere protagonista del domani collettivo. Informazione, studio, impegno e creatività sono le marce in più per arrivare a un reale cambiamento, che superi sia lo scetticismo di chi si rifiuta di vedere cosa sta accadendo alla Terra sia il catastrofismo di chi le attribuisce un destino già segnato. Ecco perché il libro è una call to action. Una “chiamata all’azione”, un manifesto di trasformazione ambientale che mette al centro la crescita del capitale umano e, conseguentemente, il miglioramento della vita di ciascuno. E allora rimbocchiamoci le maniche e scuotiamo le coscienze: è il momento di agire nel presente, per riprenderci il nostro futuro. Insieme, tutti insieme, si può essere protagonisti di questo grande cambiamento.

Per approfondire

Per rimanere in tema, consigliamo la lettura degli articoli Ripensare “noi nell’ambiente”, ecco la nuova sfida e L’ambiente è entrato nella Costituzione.