Il turismo sostenibile raccontato nell’articolo di Ilaria Bionda per Agenzia di Stampa Giovanile

Il turismo che non lascia impronte

I mesi estivi sono per eccellenza collegati all’idea del viaggio, al desiderio di spostarsi, che sia per rilassarsi o per esplorare posti nuovi. Ma è possibile viaggiare minimizzando il proprio impatto sul Pianeta? A partire dagli anni ’80 si è cercato di dare una risposta a questa domanda, con la diffusione del concetto di turismo sostenibile, volto a creare una nuova modalità di fruizione del viaggio che non arrechi alcun danno ai territori visitati, ma al contrario vi porti benefici.

di Ilaria Bionda, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile

L’industria dei viaggi presenta innumerevoli componenti, tutte più o meno impattanti sulla destinazione, dal punto di vista ambientale e ugualmente da quello economico e sociale. I mezzi di trasporto utilizzati per gli spostamenti, l’alloggio, i diversi servizi di cui si necessita quando si va in vacanza sono solo alcune delle componenti che possono e devono essere il frutto di una scelta ragionata, che vada a ridurre gli effetti negativi proseguendo invece nella direzione della sostenibilità.

Il concetto di turismo sostenibile nasce alla fine degli anni ’80, poco tempo dopo la pubblicazione del celebre Rapporto Bruntland (1987) della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, in cui per la prima volta si parla di Sviluppo Sostenibile. L’Organizzazione Mondiale per il Turismo fornisce, allora, una prima definizione individuando un turismo che tiene conto degli attuali e futuri impatti economici, sociali e ambientali, affrontando le esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità.

Negli anni ’90 la popolarità di questa branca di turismo si allarga e, nel 1995, viene varata la Carta di Lanzarote per un Turismo Sostenibile, mentre dieci anni dopo, nel 2015, esso viene inserito dall’ONU all’interno dell’Agenda 2030, nello specifico nel target 8.9.

Oggi, il turismo sostenibile è definito dalla UNWTO (United Nations World Tourism Organization – Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite) come la forma di viaggio che soddisfa delle necessità ma contemporaneamente porta beneficio al paese che lo ospita, allo scopo di arricchire le opportunità per lo sviluppo futuro. Si tratta dunque di un tipo di turismo che non arreca danni – né a breve né a lungo termine – al territorio ospitante, portandone al contrario effetti positivi.

A questa definizione, in Italia, se ne affianca poi un’altra più specifica, quella del turismo responsabile. AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile, definisce così il turismo realizzato in base a criteri di uguaglianza sociale e nel rispetto dei diritti umani, dunque un atteggiamento consapevole e adeguato nel rispetto – oltre che dell’ambiente – delle culture ospitanti, seguendo i principi di giustizia sociale ed economica. Turismo sostenibile e turismo responsabile sono dunque due prospettive che possono essere riunite in una, con alla base l’attenzione per l’ambiente e per sviluppo delle comunità locali, portando benefici per il territorio a 360°.

Per essere sostenibile, un viaggio deve essere pianificato attentamente nelle sue tappe, negli spostamenti e nelle attività di cui si necessita, allo scopo di ridurre l’inquinamento e, al contempo, sostenere le realtà più piccole e locali, autentiche e artigianali (per l’alloggio, oltre che per il vitto e gli altri servizi). Declinando il viaggio verso la sua connotazione responsabile, a ciò detto prima si aggiunge la predisposizione all’incontro, che permette di conoscere ed entrare in relazione con le comunità locali, condividendone lati della vita quotidiana. In tal modo la visita diventa anche più esperienziale ed emozionante.

Per essere sostenibili e responsabili, è necessario compiere una scelta adeguata anche per quanto riguarda uno degli elementi più importanti da tenere in considerazione quando si viaggia: l’alloggio. Esistono, infatti, delle certificazioni di qualità ambientale che evidenziano l’impegno e la performance della struttura riguardo sostenibilità e impatti, la più importante delle quali è Ecolabel. Marchio Europeo applicabile dal 2003 ai servizi turistici e dal 2005 ai campeggi, Ecolabel riconosce l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana secondo i criteri di limitazione dei consumi di energia e acqua, limitazione dei rifiuti, preferenza di fonti rinnovabili, utilizzo di sostanze meno pericolose per l’ambiente e promozione dell’educazione ambientale. Le strutture che la ottengono, dunque, hanno compiuto numerosi passi in direzione di sostenibilità ambientale.

Sempre in termini di alloggio, dal 2013 esiste una piattaforma online italiana – più specificatamente trentina – che propone e promuove alloggi sostenibili. Nata con il nome di ViaggiVerdi, l’odierna Ecobnb presenta una lista di strutture che rispondono a esigenze di salvaguardia ambientale e rispettano un certo numero di criteri nell’ambito. Una struttura, per poter essere inserita nella piattaforma, deve possedere almeno cinque caratteristiche tra quelle qui di seguito elencate: offerta di cibo biologico e a km0, presenza di bioarchitettura, energia 100% proveniente da fonti rinnovabili, presenza di pannelli solari per l’acqua calda, utilizzo di prodotti per la pulizia ecologici, raccolta differenziata oltre l’80%, raggiungibilità con i mezzi pubblici, presenza di lampadine a basso consumo e di riduttori del flusso d’acqua, recupero e riuso delle acque. Navigando sulla piattaforma è possibile scegliere la propria struttura riscontrando il livello di sostenibilità grazie alla presenza di foglioline che, da 1 a 5, hanno la stessa funzione delle stelle del sistema alberghiero tradizionale.

La schermata di Ecobnb, il sito che ha mappato le strutture turistiche sostenibili in Italia

La scelta dell’alloggio, anche se importante, è solo uno dei passi da compiere per viaggiare sostenibilmente. Esistono una serie di linee guida del turismo sostenibile, applicabili in qualsiasi destinazione, comprese quelle di massa e quelle di nicchia. Tali principi prendono in considerazione le tre dimensioni della sostenibilità, dando vita a un equilibrio tra gli aspetti ambientali, economici e socioculturali.

In sintesi, si tratta di un turismo che comprende un uso ottimale delle risorse ambientali, preservando il patrimonio naturale e la biodiversità; il rispetto dell’autenticità socioculturale delle comunità ospitanti, mantenendone i valori e le tradizioni, basandosi sul consenso informato e sulla partecipazione attiva e, infine, operazioni economiche che portino vantaggi equamente distribuiti.