La presentazione di Circolo Climatico al primo Drink ‘n’ Think del MUSE

Gli spunti di sostenibilità del Drink ‘n’ Think

Dal film “Don’t look up” con Leonardo Di Caprio e Jennifer Lawrence al Circolo Climatico, passando anche per una conversazione con Matteo Innocenti, autore del libro “Ecoansia”, edito quest’anno da Erickson. Questo il menu del primo Drink ‘n’ Think del MUSE di Trento, che si è svolto giovedì 7 luglio negli spazi esterni del bar del MUSE.

di Marianna Malpaga

Un pre-serata informale ricco di stimoli per riflettere sul tema della sostenibilità. Ieri, giovedì 7 luglio, si è svolto negli spazi esterni del bar del MUSE il primo Drink ‘n’ Think della stagione estiva. Ha partecipato anche Agenzia di Stampa Giovanile, che ha raccontato il progetto Circolo Climatico, ormai concluso da qualche settimana, ma che verrà riproposto tra settembre e ottobre.

A condurre la serata Lucia Galatà, mediatrice culturale dell’Ufficio programmi per il pubblico del MUSE. Il Drink ‘n’ Think si è aperto con il trailer del film “Don’t look up” di Adam McKay, con gli attori Leonardo Di Caprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep e Cate Blachett.

La minaccia che grava sulla Terra, nel film, è una cometa celeste destinata a colpire il nostro Pianeta entro 6 mesi. Oggi la minaccia che viviamo è quella del cambiamento climatico ma, come ha spiegato Lavinia Laiti, ingegnera dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, la situazione non è paragonabile a quella del film.

“Non c’è, come in Don’t look up, una data di scadenza”, ha specificato. “Il limite nella nostra situazione è quello di surriscaldamento massimo del Pianeta. Sono due le soglie che sono state definite dall’accordo cardine in questo campo, l’accordo di Parigi del 2015: 1.5°C e 2°C in più rispetto all’era pre-industriale. Non possiamo andare oltre quest’ultima soglia, perché altrimenti il nostro sistema subirà dei problemi molto gravi che difficilmente riusciremo ad affrontare”.

Lavinia Laiti di APPA e David Tombolato del MUSE hanno commentato il trailer del film “Don’t look up”

Due le possibilità d’azione individuate dai climatologi e presentate da Laiti. La prima è quella della mitigazione, che significa “ridurre le emissioni di gas serra legate alle attività antropiche, ma anche la produzione e il consumo di cibo, per citare due tra i maggiori responsabili dell’inquinamento”.

La seconda strategia, invece, è quella dell’adattamento. “Significa che dobbiamo mettere in atto una serie di strategie per adattarci a quegli effetti del cambiamento climatico che non riusciremo ad evitare – ha spiegato Laiti – come l’attuale situazione di scarsità idrica”. Importante, in un momento in cui gli effetti del cambiamento climatico sono già forti, lavorare proprio sull’adattamento. “Siamo già a un aumento della temperatura a livello medio globale di 1.1-1.2°C”, ha aggiunto Laiti. “L’IPCC ha anche indicato che, proseguendo su questa strada, arriveremo all’1.5°C già attorno al 2030-5”.

David Tombolato, mediatore culturale del MUSE, ha fatto notare come sia interessante la reazione delle persone alle parole della dottoranda interpretata da Jennifer Lawrence in “Don’t look up”. Presa dal panico perché non è creduta, la donna infatti esclama a gran voce: “Moriremo tutti”. Le persone accanto a lei, giornalisti soprattutto, non le credono e, anzi, la deridono per la sua reazione. “In questo film – ha sottolineato Tombolato – i giornalisti rappresentano uno spaccato importante della società. Di fronte alla verità c’è spesso una fase di negazione, non solo nel caso del cambiamento climatico”.

Ospite dell’appuntamento del Drink ‘n’ Think anche lo psichiatra e psicoterapeuta Matteo Innocenti, autore di “Ecoansia”, un libro edito dalla casa editrice Erickson proprio quest’anno.

“L’ansia – ha spiegato Innocenti – ha sempre alla base un pensiero irrazionale. Quando si aiuta in paziente in psicoterapia si spiega che il suo pensiero non ha una base razionale. Il problema, con l’ecoansia, è che al contrario questa paura è razionalissima perché legata a qualcosa che sta realmente accadendo”.

Ospite Matteo Innocenti, psichiatra e psicoterapeuta autore di “Ecoansia”, edito quest’anno da Erickson

Sono tre le strategie indicate da Innocenti per affrontare l’ecoansia. “Bisogna combattere ciò che la causa, e quindi il cambiamento climatico, adottando più soluzioni proambientali possibili. Ma bisogna anche fare rete, parlare con persone che condividono lo stesso problema, e stare a contatto con la natura, che ha un ruolo estremamente positivo per noi”.

Si è parlato di ecoansia, certo, ma è anche vero che non tutti sono consapevoli di fronte al cambiamento climatico e all’emergenza che rappresenta. Come fare a mantenere alta la guardia sempre, non solo in occasioni di tragedie come il distacco del seracco del ghiacciaio della Marmolada avvenuto domenica 3 luglio?

“Molto importante – ha concluso Innocenti – è ridurre la distanza psicologica delle persone rispetto al cambiamento climatico, questo senza causare ansia, che rischia di creare o una paralisi o una negazione del problema. Bisogna far capire alle persone come può incidere il cambiamento climatico sulla loro quotidianità. Se a una persona di Milano piace sciare, devo spiegarle gli effetti del cambiamento climatico sull’esistenza della neve: in questo modo riduco la sua distanza psicologica rispetto al problema. Il nostro obiettivo non è far diventare tutti attivisti, ma far capire alle persone qual è il problema”.